L'omaggio e il dolore

Omicidio di don Roberto, piazza Duomo gremita e le campane della città suonano per lui - FOTO

Il vescovo: "Maria ha preso tra le sue braccia don Roberto come ha fatto con suo figlio"

Omicidio di don Roberto, piazza Duomo gremita e le campane della città suonano per lui - FOTO
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Piazza Duomo gremita per il rosario nella Cattedrale di Como dopo l'omicidio di don Roberto Malgesini, il sacerdote originario di Regoledo ucciso nella mattinata di ieri.

Omicidio di don Roberto, piazza Duomo gremita per il rosario in Cattedrale

Ieri sera, martedì 15 settembre 2020, nella Cattedrale di Como, il Vescovo Oscar Cantoni ha presieduto il Santo Rosario, durante il quale si è pregato per don Roberto Malgesini, per la sua famiglia e anche per colui che lo ha colpito mortalmente questa mattina in piazza San Rocco. La morte del parroco, in modo così brutale e prematuro, ha scosso la città che ha risposto riunendosi. Ancor prima dell'inizio della preghiera, piazza Duomo era già piena in attesa che la cerimonia iniziasse. In tantissimi, per via delle norme anti Covid, non sono potuti entrare nella cattedrale e si sono radunati sulla piazza antistante.

Le parole del vescovo

“Non è un caso se proprio in questo giorno il nostro don Roberto è passato dal nostro mondo alla casa del padre per il gesto inconsulto di uno squilibrato. Maria ha preso tra le sue braccia don Roberto come ha fatto con suo figlio – ha commentato il vescovo Oscar Cantoni – Anche la chiesa di Como abbraccia don Roberto e tutta la comunità di Como, traumatizzata da quanto accaduto. Abbiamo un nuovo martire della carità, come don Renzo Beretta nel 1999. Come Maria stava sotto la croce di Gesù, don Roberto stava sotto le tante croci dei nostri poveri, senza distinzioni tra italiani o stranieri, cristiani o di altre confessioni, lavorando sempre in sordina. Ricordo don Roberto come un prete felice, di servire Gesù nei poveri. In essi riconosceva la carne viva di Cristo, a cui si era donato con uno speciale ministero, che potremmo definire di carità spicciola”.

"I comaschi, almeno quelli che preferiscono gli occhi alle orecchie, nutrivano per lui garbata ammirazione e non hanno mancato di riconoscere in lui un pastore degno di stima e affetto – ha proseguito il vescovo – Mi ha sempre stupito quanti comaschi lo salutavano camminando per strada. Stasera lo piangono i suoi assistiti di ogni nazionalità, cultura e religione, in lui riconoscevano un padre che aveva sempre cura di loro. Egli riflette, in questo clima spesso disumano, il segno vivo della tenerezza di Dio padre che vuole fare della chiesa un ambiente di misericordia. Che il sacrificio di don Roberto possa contribuire a promuovere quella cultura della misericordia che è lo scopo fondamentale del sinodo che celebriamo. Che don Roberto dia nuovo impulso al nostro presbiterio e a me stesso”.

“Vorrei che tutti ci dimostrassimo un cuore solo e un’anima sola e animati dalla lezione che ci ha insegnato questo nostro fratello. Dobbiamo sentirci tutti fratelli. La fratellanza è il nuovo nome della pace: o ci salviamo insieme o ci danniamo insieme. A noi questa grande responsabilità” ha aggiunto.

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