Raccolta fondi per la tosatura della pecora ciuta
L’iniziativa di un allevatore.
Tommaso Pozzi, giovane trentenne di Le Prese, frazione di Sondalo, allevatore di una decina di pecore razza ciuta, la più piccola delle Alpi, coltiva il sogno di fare di questa passione un mestiere; ‘custode partecipante’ alla rete di Propatrimonio montano, ha avviato una raccolta fondi per acquistare un impianto di tosatura professionale, del costo superiore ai 3.000 euro; un servizio utile, a disposizione di tutti gli allevatori di ovini, e relative aziende della Valtellina.
Obiettivi
Gli obiettivi? Essere in grado di effettuare una tosatura di qualità che influisce sulla trasformazione della lana in prodotto finito; a questo seguirebbe la formazione di più giovani (a fare da collante coi pastori) in questo settore che potrebbe diventare un lavoro, oggi inesistente (il tosatore che solitamente viene dalla Francia, causa covid non ha potuto arrivare: un’emergenza per il benessere degli animali, un anno e mezzo senza tosa).
Il lavoro
Tosare una pecora a mano, costa 10 euro: un prezzo non sostenibile se un pastore ha più capi. Ad oggi, con il crowdfunding, sono stati raccolti 570 euro. Basta anche una piccola donazione per dare un contributo a questo progetto che permetterebbe di riattivare sul territorio la filiera della lana, trasformandola da rifiuto (sporco) a risorsa pulita. Così Pozzi e il presidente di Pro Patrimonio Montano Valtellina e Valchiavenna Marco Paganoni.
"Il futuro è supportare il recupero e l’allevamento ovino sulle Alpi valtellinesi, aiutando pastori e allevatori a risolvere il problema dello smaltimento della lana, trasformandolo in valorizzazione di una materia prima, molto apprezzata. Ci sta con la riscoperta di antiche razze ovine quasi estinte, per preservarne la biodiversità. La filiera in valle purtroppo si è sfaldata negli ultimi 50 anni; competenze ed attrezzature sono quasi completamente irreperibili".