Ristori anche per i lavoratori dell'agricoltura, l'appello dei sindacati
L’emergenza sanitaria, ancora in corso, ha fatto precipitare la maggior parte dei lavoratori coinvolti e le loro famiglie in una situazione di totale povertà
"Anche nel Decreto Sostegni, per l’ennesima volta, gli stagionali dell’agricoltura sono stati esclusi da ogni tipo di ristoro. Le lavoratrici e i lavoratori agricoli, quelli che lavorano negli agriturismi e nel settore del florovivaismo sono stati nuovamente discriminati". Si legge nella comunicazione firmata da Vittorio Boscacci (FLAI CGIL), Ilaria Urbani (FAI CISL) e Donatella Canclini (UILA UIL) che sottolineano: "I lavoratori di questi settori nel 2020 hanno perso milioni di giornate di lavoro".
Situazione grave
L’emergenza sanitaria, ancora in corso, ha fatto precipitare la maggior parte dei lavoratori coinvolti e le loro famiglie in una situazione di totale povertà. In particolare i Sindacati hanno rivendicato per gli operai agricoli e i lavoratori degli agriturismi il diritto al Bonus, il diritto al rinnovo del Cpl (contratto provinciale lavoratori agricoli) e il decreto Sostegni estendibile a tutto il comparto agricoli.
Cosa chiedono
Per completezza elenchiamo le richieste che le sigle sindacali rivendicano per i lavoratori del comparto:
• la garanzia per l’anno 2020, ai fini della tutela assistenziale e previdenziale, delle stesse giornate di lavoro svolte nel 2019;
• il bonus per gli stagionali dell’agricoltura e la sua compatibilità con il reddito di emergenza;
• l’estensione della Naspi ai dipendenti a tempo indeterminato di imprese cooperative e dei loro consorzi;
• tutele ai lavoratori agricoli nelle zone colpite da calamità naturali, eventi distruttivi, parassiti quali Xylella e cimice asiatica;
• riconoscimento di una Cassa Integrazione stabile anche per i pescatori vista la forte riduzione dell’attività di pesca. Oltre a questi punti, per noi essenziali, nelle mobilitazioni presenteremo anche:
• la richiesta di riconoscere la “clausola sulla condizionalità sociale” nella Politica agricola comune (PAC), per fare in modo che i contributi europei vadano solo a chi rispetta i contratti di lavoro e le leggi sociali;
• la contrarietà al tentativo di semplificare ancora di più l’uso dei voucher in agricoltura, con gravi ricadute sulle tutele e i diritti dei lavoratori;
• l’esigenza di rinnovare rapidamente i contratti provinciali, visto che le trattative sono bloccate in quasi tutti i territori.