L'inchiesta

Sei arresti della Guardia di Finanza: indagine su sponsorizzazioni e gare di rally

Una delle persone finite ai domiciliari è residente nella provincia di Sondrio

Sei arresti della Guardia di Finanza: indagine su sponsorizzazioni e gare di rally
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La Guardia di Finanza di Frosinone ha dato esecuzione oggi, giovedì 20 febbraio 2025, a sei misure cautelari agli arresti domiciliari nei confronti di altrettante persone indagate nell'ambito di un'inchiesta legata a sponsorizzazioni e gare di rally. Una delle persone arrestate è residente in provincia di Sondrio.

Sei arresti della Finanza: indagine su sponsorizzazioni e gare di rally

Le sei ordinanze di custodia cautelare (4 residenti in provincia di Frosinone, 1 in provincia di Latina e 1 in provincia di Sondrio) sono state emsse dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Frosinone. Si tratta delle persone che, secondo l'accusa, sono al vertice dell'organizzazione e nei loro confronti è stato emesso anche un sequestro preventivo, anche per equivalente, di beni e disponibilità finanziarie per un importo complessivo di oltre 40 milioni di euro.

L’attività giunge a conclusione di complesse investigazioni di polizia giudiziaria (anche di natura tecnica) e tributaria svolte dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Frosinone, che hanno tratto le mosse da anomalie evidenziate dai Finanzieri nei contratti (e nella relativa fatturazione) di una molteplicità di soggetti economici operanti nel settore delle sponsorizzazioni sportive nelle gare automobilistiche di rally” tenute in varie località del territorio nazionale.

L’analisi della copiosa documentazione acquisita da numerosi istituti di credito ha interessato più di mille rapporti di conto corrente, facenti capo a 417 società e 181 persone fisiche, consentendo ai finanzieri di acclarare l’esistenza di un complesso sistema di movimentazioni di capitali, supportato da fatture per operazioni inesistenti.

In estrema sintesi, è stata ricostruita una strutturata organizzazione criminale che operava attraverso  l’emissione di fatture per operazioni inesistenti da parte di società “cartiere” a favore di soggetti economici realmente operanti in vari settori economici, con sede su gran parte del territorio nazionale, consentendo a questi ultimi di conseguire indebiti vantaggi fiscali. Infatti, mediante l’utilizzo delle fatture per operazioni inesistenti, i soggetti giuridici coinvolti hanno usufruito indebitamente di deduzioni di costi e di detrazioni Iva. Inoltre, era prevista  la retrocessione in contanti delle rilevanti somme di denaro, formalmente corrispondenti ai pagamenti con bonifico bancario delle false fatture emesse dalle “cartiere”. Tali procedure miravano a impedire o, comunque, ostacolare la tracciabilità dei reali flussi finanziari.

I bonifici provenienti da soggetti economici operanti, in gran parte, nel nord Italia, sotto l’apparente veste di normali transazioni commerciali  affluivano su rapporti di conto corrente bancari o postali intestati a persone fisiche e giuridiche ubicate in diversi comuni della provincia di Frosinone.

Successivamente all’accreditamento delle somme di denaro, le persone compiacenti effettuavano prelevamenti di denaro contante, fino a raggiungere l’importo dei bonifici emessi e, subito dopo, provvedevano a restituire il denaro ai referenti delle società che avevano effettuato i bonifici, decurtando parte della somma. E questa somma era ciò che costituiva secondo l'accusa  il profitto.

L’ammontare complessivo delle fatture false emesse dall’organizzazione, rilevato dai finanzieri durante le indagini, è di oltre 80 milioni di euro, con un’evasione di Iva per oltre 11 milioni di euro.

Gli indagati, a vario titolo, per le fattispecie criminose di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati tributari, riciclaggio, autoriciclaggio, intestazione fittizia di beni e bancarotta fraudolenta, sono 181. Le società coinvolte sono 417, con sede in 14 regioni e 37 località del territorio nazionale.

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