Tangenziale, ecco gli appunti del partito In Azione di Carlo Calenda
Sull’opera sono emerse diverse perplessità.
Il prossimo autunno partiranno i lavori per la costruzione della tangenziale di Tirano. L’opera, vuole essere la soluzione per ovviare ai problemi della mobilità tiranese che nella sua configurazione odierna obbliga il traffico a transitare nel centro storico della città abduana. Sul tema si è creato un tavolo per valutare l’efficacia dell’opera tra Sondrio in Azione, delegazione provinciale di partito di Carlo Calenda, e il professor Marco Canesi, ordinario del Politecnico di Milano, che al tema della mobilità in Valtellina ha dedicato un libro e una serie di conferenze (nel 2017). Sull’opera sono emerse diverse perplessità in particolare sul tracciato disegnato da Anas e sulla velocità di scorrimento.
Bianchini
"Concordiamo nella valutazione di urgenza effettuata e riconosciamo l’esigenza di trovare una soluzione alternativa alla mobilità tiranese - sostiene Tiziano Bianchini, coordinatore di Sondrio in Azione - il passaggio per il centro urbano va certamente eliminato, così come il passaggio a livello in località Trippi. Non è più accettabile rimandare queste opere di fondamentale importanza per la mobilità valtellinese. In questo periodo a maggior ragione data l’effettiva necessità di rendere la nostra Valle pronta ad accogliere le Olimpiadi e quindi anche di risolvere i quotidiani problemi di code che negli orari di punta congestionano la mobilità tiranese. Senza questi interventi strutturali si rischia di andare incontro a un’inefficienza che screditerebbe il territorio valtellinese davanti al mondo intero e di sprecare parte dell’indotto portato dall’evento sportivo. Durante gli incontri di Sondrio in Azione con il professor Marco Canesi, insieme alla laureanda Viviana Viviani, si è discusso sulle criticità dell’opera e si è prospettata una soluzione alternativa".
Critiche
"Non garantisce il livello di servizio richiesto, né come tangenziale né come semplice circonvallazione: le rotonde sono ben quattro, pregiudicando la scorrevolezza del traffico lungo il suo percorso; per giunta, una rotonda è stata posizionata in un punto particolarmente infelice, strategicamente complesso, a metà della salita del Campone, rischiando di fungere da tappo che blocca la statale e il traffico cittadino nelle ore di punta; è alquanto pericolosa: essendo a ridosso della montagna, nella stagione invernale, sarà in ombra e, quindi, soggetta a gelate; il suo punto più critico appare la curva che precede la rotonda del Campone e la rotonda stessa; in questo tratto, il meno solivo, il cambiamento di direzione comporterà una forte riduzione di velocità e, nei casi più sfortunati, potrebbe causare scivolate e conseguenti incidenti; ma la tangenziale, soprattutto, non è da condividere per una ragione ancora più importante, cruciale: elude il problema urbanistico di Tirano. In generale il traffico autoveicolare che si avvicina ad una città, attratto dalle sue attività centrali, vi entra per sostare in una percentuale che è proporzionale alla sua dimensione. In base a un rilevamento effettuato nel 2013 a Tirano tale traffico è il 55%. Dunque, la soluzione ideale sarebbe una secante urbana: interrata seguendo il tracciato della ferrovia, servirebbe l’area industriale e la stazione e, dopo aver sottopassato anche l’Adda, proseguirebbe in superficie sulla sede di via Lungo Adda Battaglione Tirano, arrivando fino a Tovo, dove si riconnetterebbe alla sede statale esistente. Per giunta, in questo modo, sarebbe evitato il transito dei tir nella città".