Tangenziale, ora che i lavori sono cominciati nessuno ne... parla
Il geometra Spavetti sostiene sia ancora possibile fare la galleria al Dosso, ma le ruspe procedono.
Certamente in sordina, ma sono da ormai qualche giorno cominciati i lavori per la tangenziale di Tirano. E’ difficile capire come mai non siano ancora state previste cerimonie come la posa della prima pietra o eventi simili, ma siamo certi che, con le elezioni politiche a ormai un passo, non tarderanno ad arrivare date ufficiali. Il sindaco Franco Spada però preferisce nettamente mantenere il basso profilo, anche se gli scavi e le strisce rosse che delimitano gran parte del territorio agricolo da Bianzone al Dosso di Tirano sono ormai lì da vedere. C’è chi gioisce, ovviamente i tiranesi, ma non mancano le critiche dei noti ambientalisti.
Spavetti
Primo fra tutti il geometra Santo Spavetti, che da tempo ha a cuore il tracciato della nuova strada. "In un’ultima lettera inviata ad Anas avviso che si può ancora fare la variante, la galleria Dosso, essendoci già progetto definitivo, si può realizzare il progetto esecutivo in 6 mesi (tempo per l’esecutivo variante Tramezzina-Como stessa ditta) e lavori galleria in 3 anni, prima delle Olimpiadi. Si eviterebbe la devastazione del Dosso, sulla base di un tracciato che non rispetta le prescrizioni e collocato in aree a rischio. Con la galleria Dosso, di 2044 metri, di cui al progetto definitivo di PRO ITER, si risparmierebbero 10.000.000 di euro e si eviterebbero rischi per la circolazione. In merito ai rischi palesi Anas non risponde nonostante siano documentati da Vas del Comune di Tirano e carte di rischio Irer". Di fatto, la modifica tra Ganda e Dosso, "spostando il tracciato a ridosso del pendio, determina un evidente rischio ambientale: come rilevato dalla Regione Lombardia, nella DGR n. 1584/2011, queste “opere andranno ad incidere sul versante montano in modo significativo e il rilevato in terra rinforzata raggiungerà un’altezza di metri 20” e comporteranno, come pure evidenziato dalle carte di rischio, possibili rischi per caduta massi e frane, che sarebbero stati evitati se si fosse mantenuto il tracciato staccato dal pendio e si fosse conservato un vallo protettivo". Queste le ultime rimostranze di Spavetti, ma i lavori intanto proseguono.