Trappole a scatto fissate su alberi, scoperto bracconiere
I Carabinieri forestali hanno effettuato il sequestro in una zona ricompresa nel “Parco Regionale della Grigna Settentrionale”.
Continua l’impegno dei Carabinieri Forestale nella lotta al bracconaggio. Come riportato dai colleghi di PrimaLecco.it, sono state sequestrate alcune trappole a scatto nel Parco Regionale della Grigna Settentrionale in territorio di Mandello.
Trappole a scatto
Nei giorni scorsi il personale della Stazione Carabinieri Forestale di Lecco ha individuato un bracconiere che utilizzava mezzi vietati per l’esercizio dell’attività venatoria in una zona ricompresa nel “Parco Regionale della Grigna Settentrionale” in comune di Mandello del Lario. L’area fa parte del Sito di Importanza Comunitaria denominato “Grigna Meridionale”.
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Caccia vietata
Nel corso dell’operazione i militari, al termine di diverse ricognizioni e di servizi finalizzati alla repressione degli illeciti in materia, hanno individuato diverse trappole a scatto per la cattura dell’avifauna. Attraverso un’indagine mirata a individuare i responsabili, condotte anche con l’ausilio di dotazioni tecnologiche, è stato possibile scoprire il bracconiere che aveva posizionato tali strumenti è denunciarlo all’Autorità Giudiziaria per l’utilizzo di mezzi vietati per l’attività venatoria. Il tempestivo intervento del personale operante ha consentito di disattivare e sequestrare i dispositivi evitando la sofferenza e la morte di molti esemplari di uccelli.
Trappole fissate a un albero
Le trappole sequestrate dai Carabinieri Forestali, definite ‘a scatto’, erano costituite da due semicerchi in ferro, tenuti assieme da una molla, fissate sul tronco di un albero. Quando gli animali, attratti da bacche di sorbo o da larve, si posavano su un bastoncino che aveva la funzione di appoggio, la molla faceva scattare la trappola che si chiudeva sulla testa dell’uccellino causandone la morte per asfissia.
Gravi sofferenze per gli animali
Questi strumenti di cattura, come gli archetti e le reti per uccellagione, oltre a provocare gravi sofferenze sugli animali, costituiscono una minaccia per la biodiversità in quanto consentono di catturare indiscriminatamente tutte le specie dell’avifauna, senza fare una distinzione tra le specie cacciabili e quelle protette. Questo costituisce uno dei motivi per cui tali mezzi sono vietati dalla legge 157 del 1992 che disciplina la caccia alla fauna omeoterma.