Nuove scoperte per il Compianto ligneo di Caspano

Tante le sorprese offerte agli studiosi offerte dal Compianto ligneo di Caspano di Civo

Nuove scoperte per il Compianto ligneo di Caspano
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Il Compianto ligneo di Caspano di Civo è tornato alla luce.

Nuove scoperte

Tante le sorprese offerte agli studiosi. Il suo recupero ha aiutato ad approfondire la storia che intreccia la Valtellina ai fratelli De Donati. A loro è stata attribuita la scultura che ha ricevuto nuova vita grazie ai restauratori, Antonella Ortelli e Luca Quaranta. Lo studio dell'opera ha contribuito a proporre anche nuove domande.

Ancora molto scoprire

"Resta ancora un mistero quale fosse la sua collocazione originale" rivela Angela Dell'Oca, storica dell'arte. "Tutte le statue del Compianto ligneo di Caspano sono state rimaneggiate negli anni" aggiunge Dell'Oca. "Il restauro ha svelato che alcune parti sono state sostituite o tagliate per permettere la ricollocazione delle immagini sacre in uno spazio più piccolo rispetto a quello iniziale". "Il perchè ancora non lo sappiamo ma è chiaro che ancora c'è molto da scoprire" ha concluso la responsabile del Museo di Storia e Arte Valtellinese.

Fratelli De Donati in Provincia di Sondrio

La scoperta costante scaturita dal recupero delle opere d'arti trova in Provincia di Sondrio un terreno florido. Sono ben cinque le macchine d’altare riconducibili al corpus d'opera dei De Donati. In questo contesto si colloca la ricostruzione delle vicende dell’altare della chiesa di san Matteo in Valle di Albaredo.

Nuovi pezzi per la collezione Creval

Grazie a un riesame dei documenti e ad una lettura attenta delle policromie delle statue rimaste in loco sono state individuate due sculture, una Madonna col Bambino e un Dio Padre, attribuibili su base stilistica agli intagliatori milanesi: le iscrizioni presenti sulle basi delle statue consentono di riconoscervi i santi Rocco e Matteo, dispersi forse già sul finire del Settecento quando l’altare venne smontato.  «Le due opere, riemerse sul mercato antiquario, sono state acquistate per una coincidenza dal Credito Valtellinese per le proprie collezioni» ha svelato Tiziana Colombera della Fondazione Creval.

 

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