La chiesa di Santa Maria della Sassella sarà eretta a santuario diocesano
Quello della Sassella, dunque, «sarà il terzo santuario diocesano a richiamare la nostra attenzione, fin dal nome, sul dono della Misericordia – spiega il vescovo Oscar –. E la Misericordia di Dio, di cui siamo chiamati a essere testimoni e annunciatori, come sollecita il Sinodo diocesano XI che stiamo celebrando, deve guidare i nostri passi».
«La sera del prossimo 25 marzo sarò a Sondrio per un momento solenne e significativo. In quell’occasione, infatti, la chiesa di Santa Maria della Sassella sarà elevata a santuario diocesano». Ad annunciarlo è il vescovo di Como, monsignor Oscar Cantoni, che a breve firmerà il decreto canonico per l’erezione che sarà poi esplicitata con rito solenne il prossimo giovedì 25 marzo. Nella solennità liturgica dell’Annunciazione del Signore, al cui mistero si ritiene la chiesa possa essere stata dedicata, monsignor Cantoni giungerà a Sondrio e, alle 21, presiederà una Messa a porte chiuse, che sarà trasmessa in streaming sul canale YouTube de Il Settimanale della Diocesi di Como.
La proposta dopo le celebrazioni del cinquecentenario della consacrazione
Poco più di un mese fa, il 2 febbraio, è stato celebrato solennemente il cinquecentesimo anniversario della consacrazione della chiesetta da sempre molto cara ai sondriesi. Per prolungare le celebrazioni dell’importante ricorrenza è stato costituito un comitato composto da don Christian Bricola, parroco arciprete di Sondrio, Alessandra Baruta, direttrice del MVSA di Sondrio, Claudio Del Curto, membro del Consiglio degli affari economici della Parrocchia Beata Vergine del Rosario, Angela Dell’Oca, membro della Commissione per l’Arte Sacra e i Beni culturali della Diocesi di Como, Marcella Fratta, assessore alla Cultura, Educazione e Istruzione del Comune di Sondrio, Alberto Gianoli, membro del Consiglio pastorale della Comunità pastorale di Sondrio, don Simone Piani, direttore dell’Ufficio diocesano per la Liturgia, don Andrea Straffi, direttore dell’Ufficio diocesano per i Beni culturali ecclesiastici.
Nella prima riunione del comitato è emerso il desiderio di vedere suggellati secoli di devozione a Santa Maria della Sassella rivolgendo al vescovo Oscar di elevare la chiesa a santuario. Una richiesta che è stata presto accolta.
Santa Maria della Sassella, Porta della Misericordia
«Immagino la sorpresa di molti, convinti che la Sassella fosse già un santuario – riflette l’Arciprete di Sondrio –, ma non è così: nel cuore dei fedeli lo è, ma ufficialmente no. È bellissima questa notizia, perché santuario è un luogo dove si prega e si cerca l’intimità con Dio, santuario è un luogo dove si sperimenta la Misericordia di Dio attraverso i sacramenti, santuario è un luogo dove vengono accolte e ascoltate tutte le preoccupazioni e le fatiche di un pellegrino».
Un santuario – spiega il vescovo Oscar – «è un luogo di preghiera e pellegrinaggio, dove si sperimentano i prodigi della grazia e dell’amore di Dio. Insieme alla comunità di Sondrio è stato scelto un nome evocativo per questo nuovo santuario, che sarà un punto di riferimento non solo per la Valtellina ma per l’intera Diocesi: sarà intitolato a “Santa Maria della Sassella, Porta della Misericordia”».
Il culto mariano e il tema attuale della Misericordia
Nella chiesa della Sassella, dunque, continuerà il culto alla Madonna – che la leggenda fa risalire in quel luogo addirittura all’anno 932 –. «La Madonna apre la porta del Cuore di Dio perché la sua Misericordia come un fiume possa irrigare e sanare tutta la nostra Valle – sottolinea don Bricola –. Inoltre, la Madonna apre il cuore dei pellegrini perché è più facile confidarsi con la Mamma e attraverso di Lei permettere alla Grazia di salvarci. Proprio alla Sassella il “sì” di Maria dell’Annunciazione, raffigurato in un affresco dell’abside, ha aperto la porta alla Misericordia che ha attraversato tutta la nostra Diocesi, passando per Gallivaggio (Madre della Misericordia) e arrivando a Maccio (Santissima Trinità Misericordia infinita)».
Quello della Sassella, dunque, «sarà il terzo santuario diocesano a richiamare la nostra attenzione, fin dal nome, sul dono della Misericordia – aggiunge il vescovo Oscar –. E la Misericordia di Dio, di cui siamo chiamati a essere testimoni e annunciatori, come sollecita il Sinodo diocesano XI che stiamo celebrando, deve guidare i nostri passi».
Luogo di preghiera e pellegrinaggio, quindi santuario
Perché erigere la Sassella a santuario?
«Perché questo, così ci confermano la storia e la tradizione – spiega monsignor Cantoni –, è un luogo di preghiera e pellegrinaggio (un santuario, appunto!) da oltre un millennio, mentre la chiesa è stata consacrata esattamente cinquecento anni fa. In questi cinque secoli, come raccontano le iscrizioni, gli ex voto, le tante testimonianze di fede, intere generazioni si sono consegnate con fiducia all’intercessione della Madonna della Sassella. La sua stessa posizione, elevata sul colle, inserita fra i terrazzamenti che raccontano l’operosità di questa terra, la pone come sentinella di guardia sulle nostre comunità. Dal 25 marzo sarà non solo una porta naturale sulla valle, che attira lo sguardo e richiama alla preghiera, ma sarà per tutti “Porta di Misericordia”».
Passato, presente e futuro della Sassella
Con la celebrazione del cinquecentenario di consacrazione e ora l’erezione a santuario si apre un anno che, se l’evoluzione della pandemia lo permetterà, sarà ricco di appuntamenti di fede, ma anche culturali e sociali alla Sassella.
«Il passato – sottolinea don Bricola – ci fa festeggiare i cinquecento anni dalla consacrazione, il presente ci inviata a gioire per il nuovo santuario e il futuro ci riempie di speranza per tutte le grazie che la Madonna vorrà ancora concederci».
In attesa che vengano presentate le prime proposte e iniziative, ora si prepara la celebrazione del 25 marzo.
«Invito l’intera Diocesi, fin da ora – conclude il vescovo Oscar –, a guardare con fede e affetto a questo nuovo santuario diocesano. A Maria ci affidiamo affinché, come recita la preghiera che ho scritto per la Sassella, “la nostra Chiesa, dai monti alla pianura, sia sempre più unita e concorde, salda nella fede, ardente di speranza, operosa nella carità”».