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USCI Sondrio è da oggi inserita nell'Unione delle Federazioni corali dell'Arco alpino AGACH

Da oggi i cori USCI partecipano attivamente alle rassegne AGACH in particolare a quella natalizia che si svolge annualmente in una delle 17 regioni alpine oltre alla rassegna per cori maschili che si svolge a cadenza biennale in una regione designata dall'assemblea AGACH.

USCI Sondrio è da oggi inserita nell'Unione delle Federazioni corali dell'Arco alpino AGACH
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Grande soddisfazione a Innsbruk dove si è svolta l'annuale assemblea della federazione dei cori dell'arco alpino che includono le regioni montane tra Germania, Austria, Italia e Svizzera.

USCI Sondrio

USCI Sondrio, l'associazione di riferimento della coralità per Valtellina e Valchiavenna, passando da Livigno, Chiavenna e addirittura Alto Lario e che conta oltre 40 realtà corali associate per oltre un migliaio di coristi complessivi, è stata ammessa nella federazione AGACH diventando così la 17esima delegazione alpina.

"Uno sguardi verso l'Europa tra società corali che cantano la stessa musica"

con queste parole il presidente Mauro Mirandola ha esordito all'assemblea di Innsbruck dove con un fragoroso applauso è stata accolta l'idea di inserire USCI Sondrio in questa grande cordata transfrontaliera a tutela della coralità alpina.

Agach

 

Quando il 20 gennaio 1979 l'AGACH (Unione delle Federazioni corali dell’Arco alpino) venne costituita in seno al Consiglio Provinciale di Bolzano con una solenne cerimonia, si stavano ancora definendo i contorni dell'Unione Europea e la sua funzione di organismo aggregante dei popoli.

Già allora era peraltro emersa chiara la peculiarità culturale, sociale e anche economica dei piccoli territori - delle Regioni – nell'ambito europeo. Fu partendo da queste considerazioni che le Regioni dell'Arco alpino centrale decisero di unirsi nella cosiddetta ARGE-ALP (Comunità di Lavoro delle Regioni alpine), in modo da favorire, con attenzione e rispetto delle diverse realtà, l'integrazione di un territorio sensibile sia sul fronte ambientale che culturale nel più vasto ambito europeo, attraverso la cooperazione e l'interazione dei governi.

Partendo da questa linea di pensiero molti responsabili culturali ritennero fosse giunto il momento di impegnarsi insieme – ognuno nel suo campo – nell'elaborazione di una strategia comune, nell'ottica della conservazione delle tradizioni, del superamento dei contrasti, dello sviluppo di progetti mirati ad elaborare una strada comune verso il futuro, attraverso il dialogo e sempre nel rispetto delle peculiarità individuali.

Nell'atto costitutivo lo scopo e gli obiettivi dell'AGACH erano formulati in modo ancora relativamente vago; la comunità era provvisoria e doveva ancora dotarsi di un comitato operativo con scopi ben definiti.

L'obiettivo era quello di avvicinare le federazioni corali dell’arco alpino in modo che potessero dar vita a iniziative comuni nel settore musical-culturale. Queste finalità sono rimaste attuali e vive ancora oggi e il lavoro progettuale è divenuto sempre più intensivo, sfociando ogni anno nell’organizzazione di due eventi coral-culturali.

Il territorio che l'ARGE copre ricomprende l'intero Arco alpino. L'AGACH è presente ad Aosta non meno che nel Cantone dei Grigioni o nel Principato del Liechtenstein, nel Vorarlberg come in Baviera, in Tirolo e a Salisburgo, nell' Alta Austria e in Carinzia, in Alto Adige e in Trentino, arrivando fino al Friuli.

Quando il 20 gennaio 1979 l'AGACH (Unione delle Federazioni corali dell’Arco alpino) venne costituita in seno al Consiglio Provinciale di Bolzano con una solenne cerimonia, si stavano ancora definendo i contorni dell'Unione Europea e la sua funzione di organismo aggregante dei popoli.

Già allora era peraltro emersa chiara la peculiarità culturale, sociale e anche economica dei piccoli territori - delle Regioni – nell'ambito europeo. Fu partendo da queste considerazioni che le Regioni dell'Arco alpino centrale decisero di unirsi nella cosiddetta ARGE-ALP (Comunità di Lavoro delle Regioni alpine), in modo da favorire, con attenzione e rispetto delle diverse realtà, l'integrazione di un territorio sensibile sia sul fronte ambientale che culturale nel più vasto ambito europeo, attraverso la cooperazione e l'interazione dei governi.

Partendo da questa linea di pensiero molti responsabili culturali ritennero fosse giunto il momento di impegnarsi insieme – ognuno nel suo campo – nell'elaborazione di una strategia comune, nell'ottica della conservazione delle tradizioni, del superamento dei contrasti, dello sviluppo di progetti mirati ad elaborare una strada comune verso il futuro, attraverso il dialogo e sempre nel rispetto delle peculiarità individuali.

Nell'atto costitutivo lo scopo e gli obiettivi dell'AGACH erano formulati in modo ancora relativamente vago; la comunità era provvisoria e doveva ancora dotarsi di un comitato operativo con scopi ben definiti.

L'obiettivo era quello di avvicinare le federazioni corali dell’arco alpino in modo che potessero dar vita a iniziative comuni nel settore musical-culturale. Queste finalità sono rimaste attuali e vive ancora oggi e il lavoro progettuale è divenuto sempre più intensivo, sfociando ogni anno nell’organizzazione di due eventi coral-culturali.

Il territorio che l'ARGE copre ricomprende l'intero Arco alpino. L'AGACH è presente ad Aosta non meno che nel Cantone dei Grigioni o nel Principato del Liechtenstein, nel Vorarlberg come in Baviera, in Tirolo e a Salisburgo, nell' Alta Austria e in Carinzia, in Alto Adige e in Trentino, arrivando fino al Friuli.

Occasioni comuni

La storia di questo grande affiatamento in ambito musicale si deve anche al fatto che il patrimonio canoro delle Alpi, la “pietra miliare” rappresentata dalle canzoni popolari, sia stato tramandato con determinazione fino ad oggi.

L'AGACH ha sempre posto attenzione al “patrimonio canoro” sia sacro, sia secolare dell'Arco alpino attraverso la conservazione dell'antico tesoro culturale delle singole regioni. I vari progetti sono stati e sono oggetto di profonde riflessioni nell'ambito di simposi cui esperti del settore forniscono le basi teoriche. Gli elementi unificanti superano peraltro quelli di divergenza e la ricezione delle canzoni delle diverse regioni da parte dei rispettivi cori porta a una comprensione reciproca delle culture e lingue degli abitanti dei vari territori.

Quanto sia importante il dialetto nei canti nell'ambito musicale era già stato evidenziato da una vecchia iniziativa dal titolo “Il dialetto nel canto corale“, che aveva scatenato energie creative insospettate sia sul fronte letterario, sia su quello musicale.

È caratteristica peculiare di molte regioni alpine la tradizione di fare escursioni e scalate in montagna, il che comporta anche avere dimestichezza con i canti della montagna. Sono soprattutto le regioni romanofone a disporre di un ricco patrimonio di "Canti della Montagna", il cui interprete più famoso è il Coro trentino della SAT.

Sull'onda di questi esempi molti cori delle Regioni alpine si sono cimentati sia con vecchie, sia con nuove canzoni di montagna. Le tematiche non riguardano solo la vita nei masi o l'allegra malgara; si toccano anche temi come il dolore e la pena legate alle esperienze che soprattutto nella Prima Guerra Mondiale non hanno risparmiato le Alpi, ma anche il tema della fede e le problematiche legate alla conservazione dell'ambiente. L'elemento umano nella quotidianità delle genti che abitano le Alpi è sempre più uno dei leit-motiv nella creatività di poeti e musicisti. Si tratta spesso di una descrizione piuttosto cruda delle problematiche esistenziali, di un'umanità minacciata da catastrofi naturali, ad Aosta come in Friuli, in Alto Adige o in qualsiasi altro luogo. Nel quadro rientra anche la situazione economica, che non appare certo ovunque rosea e che può portare a emigrare, a fuggire dai problemi.

Ma sempre nell'ambito alpino può farsi strada anche l'arte. Lo provano – dal Medioevo ad oggi – importanti creazioni musicali: da un lato i componimenti madrigalistici, dall'altro la musica contemporanea; ambedue vengono riproposte all'ascolto in concerti in grado di soddisfare anche i critici più esigenti.

Quello che continua ad affascinare è l'analogia (tematica e non) delle proposte musicali: canti popolari, canti di montagna, madrigali ma anche la stessa musica contemporanea sono generi comuni a tutte le Regioni; al più è il testo a tradire l'appartenenza a una regione piuttosto che ad un'altra, mentre la tematica è di fatto la stessa. Questo ci dice molto sulla mentalità che unisce tutti, che tutti rappresenta e che si evidenzia anche nell'espressione musicale, documento di identità culturale.

Ovunque nell'ambito dell'AGACH ci si veste ancora con i costumi tradizionali, che diventano parimenti simbolo di identità e di attaccamento alle tradizioni. Quando nei vari concerti di canti popolari i cori delle varie realtà territoriali salgono sul palco abbigliati con i costumi tradizionali, li si distingue al massimo per i colori degli abiti, sia che essi provengano da Aosta, sia da altri luoghi, ad esempio dalla Baviera. L' “habitus” dell'uomo, serio ma anche ricco di sense of humour, ironico ma in modo inoffensivo, non condiziona il dialogo con gli altri. Anche nel movimento si percepisce tranquillità e radicamento alla terra natia, come se si fosse ancora al tempo dei contadini e si volesse evitare la frenesia insita nella vita d'oggi.

Nonostante le barriere linguistiche, la capacità di comprensione reciproca è molto alta. Un aspetto incredibilmente positivo di un gruppo di lavoro di questo tipo è la capacità di trovare sempre e comunque un accordo al di là delle diverse lingue, dei confini e delle differenti connotazioni socioculturali ed economiche. L'ottica del libero scambio nell'ambito musicale crea un'apertura degli uni verso gli altri che difficilmente è reperibile in altri settori.

C'è ascolto reciproco, si comprende il linguaggio della musica ben prima di quello della lingua parlata dagli altri. La comprensione tramite il linguaggio musicale rende più facile la comprensione del parlato. Durante i momenti collegiali che fanno seguito ai concerti, si rimane sempre meravigliati di come si stringano amicizie che superano tutte le barriere. Spesso un contatto anche stretto tra i cori di diverse Regioni parte proprio dallo scambio, dalla reciproca proposizione in concerto di canzoni che hanno affascinato altri uditori. La ricchezza delle lingue e dei dialetti, delle tradizioni e dei costumi, della mentalità è la ricchezza dell'AGACH, accresciutasi negli anni è utilizzata come rara opportunità di consolidamento dell'unità fra i popoli.

L'AGACH tiene e terrà sempre fede al suo scopo, che è quello di costruire “ponti” tra le diverse regioni, di essere ambasciatrice della comprensione reciproca e della pace, di tutelare l'ambiente musicale comune all'Arco alpino e di accompagnarlo nel suo cammino di sviluppo e successo.

Opportunità

Da oggi i cori USCI partecipano attivamente alle rassegne AGACH in particolare a quella natalizia che si svolge annualmente in una delle 17 regioni alpine oltre alla rassegna per cori maschili che si svolge a cadenza biennale in una regione designata dall'assemblea AGACH.

Una bella opportunità di crescita nel segno della politica culturale europea che guarda oltre i confini e raduna tutti sotto l'unica bandiera del bel canto e della cultura alpina.

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