Squilibri interni

Bambini: “Agricoltura strategica per l’Ue, serve cambiare paradigma: la Pac premi chi produce”

Coldiretti lancia l’allarme: no all’aumento della spesa militare a scapito di sanità, welfare e agricoltura; serve una politica europea più equa, con eurobond, sostegno all’agricoltura e tutela della competitività italiana.

Bambini: “Agricoltura strategica per l’Ue, serve  cambiare paradigma: la Pac premi chi produce”
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“Se l’Europa vuole davvero costruire un futuro comune, deve cambiare paradigma: non può pensare di aumentare la spesa militare fino al 5% del Pil senza mettere a rischio settori fondamentali come la sanità, il welfare e l’agricoltura” è l’allarme lanciato dal presidente nazionale della Coldiretti Ettore Prandini nei giorni scorsi e rilanciato sul territorio dal presidente di Coldiretti Sondrio Sandro Bambini, che aggiunge “Sarebbe un paradosso ritrovarsi a tagliare i servizi essenziali per acquistare carri armati e aerei. Serve una scelta politica coraggiosa”.

Ad esempio, come evidenziato da Prandini, “l’Europa deve introdurre gli eurobond e creare un debito comune per sostenere gli investimenti, evitando di gravare ulteriormente su Paesi come l’Italia, già appesantiti da un debito pubblico elevato”.

Squilibri interni

Il presidente di Coldiretti Sondrio evidenzia anche il rischio di squilibri interni tra gli Stati membri:

“Il tentativo di derogare alle attuali regole sul debito rischia di aumentare le diseguaglianze. La Germania, ad esempio, vuole immettere direttamente 1000 miliardi nel proprio sistema industriale, metà dei quali destinati alla riduzione dei costi energetici. In questo modo, si compromette la competitività del tessuto produttivo italiano ed europeo”.

La crisi diventa sociale

“Se salta il tessuto produttivo – avverte Bambini – la crisi diventa sociale: meno occupazione, meno capacità di spesa, meno consumi, anche alimentari. È un effetto domino. Per questo serve una politica agricola forte, che punti sulla qualità, sulla biodiversità e sull’innovazione, e che non lasci indietro le aziende delle aree interne e montane. Vogliamo un’Europa che non consideri l’agricoltura un comparto residuale, ma una leva strategica per lo sviluppo. Non possiamo accettare un sistema di aiuti ancorato a vecchie logiche, che ha già fatto perdere all’Italia oltre 10 miliardi. Vogliamo una Pac che premi chi produce, chi innova, chi custodisce i territori e lo abbiamo detto anche al Governo che ci ha confermato l'impegno al dibattito a livello europeo”.

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