Rincari

Cresce l'export del vino, ma SOS per allarmi in etichetta e costi

Nei vigneti di Valtellina e Valchiavenna si registrano rincari che vanno dal +170% dei concimi al +129% per il gasolio.

Cresce l'export del vino, ma SOS per allarmi in etichetta e costi
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Le esportazioni di vino lombardo crescono del 10% in un anno ma sul settore gravano diverse minacce, dagli aumenti dei costi produttivi al rischio di un nuovo protezionismo alimentato dagli allarmi salutistici in etichetta come per le sigarette.

È quanto afferma la Coldiretti Lombardia sulla base dei dati Istat relativi ai primi 9 mesi del 2022, in riferimento all’autorizzazione Ue concessa all’Irlanda che potrà adottare un’etichetta per vino, birra e liquori con avvertenze terroristiche, che non tengono conto delle quantità, come “il consumo di alcol provoca malattie del fegato” e “alcol e tumori mortali sono direttamente collegati” nonostante i pareri contrari di Italia, Francia, Spagna e altri sei Stati Ue, che considerano la misura una barriera al mercato interno, e l’annuncio della stessa Commissione di possibili iniziative comuni sull’etichettatura degli alcolici.

Rincari

Anche nei vigneti di Valtellina e Valchiavenna si registrano rincari che vanno dal +170% dei concimi al +129% per il gasolio. Una bottiglia di vetro – spiega la Coldiretti – costa fino al 50% in più rispetto allo scorso anno, mentre il prezzo dei tappi ha superato il 20% per quelli di sughero e addirittura il 40% per quelli di altri materiali. Per le gabbiette per i tappi degli spumanti gli aumenti sono nell’ordine del 20% ma per le etichette e per i cartoni di imballaggio si registrano rispettivamente rincari del 35% e del 45%, secondo l’analisi Coldiretti.

Etichette allarmistiche

Le etichette allarmistiche sul vino in Irlanda che rappresentano un pericoloso precedente che – afferma la Coldiretti – rischia di aprire le porte a una normativa comunitaria allarmistica e ingiustificata, capace di influenzare negativamente le scelte dei consumatori, come dimostra il fatto che quasi un italiano su quattro (23%) smetterebbe di bere vino o ne consumerebbe di meno se in etichetta trovasse scritte allarmistiche come quelle apposte sui pacchetti di sigarette, secondo un sondaggio on line sul sito www.coldiretti.it.

 

“L’autorizzazione della Commissione fa seguito a ripetuti blitz a livello comunitario come il tentativo di escludere il vino, insieme a carne e salumi, dai finanziamenti europei della promozione nel 2023, sventato anche grazie all’intervento della Coldiretti.

Un approccio ideologico nei confronti di un alimento che fa parte a pieno titolo della dieta mediterranea e conta diecimila anni di storia e le cui tracce nel mondo sono state individuate nel Caucaso mentre in Italia si hanno riscontri in Sicilia già a partire dal 4100 a.C.” sottolinea il presidente di Coldiretti Sondrio Silvia Marchesini.

Il dibattito su questo genere di indicazioni è iniziato nel 2021 quando la Commissione europea aveva discusso di introdurre nelle etichette delle bottiglie di alcolici delle avvertenze per la salute nell'ambito del cosiddetto "Cancer plan", oltre agli ingredienti dettagliati.

Tutelare la salute

Il giusto impegno dell’Unione per tutelare la salute dei cittadini – continua Coldiretti – non può tradursi in decisioni semplicistiche che rischiano di criminalizzare ingiustamente singoli prodotti indipendentemente dalle quantità consumate. Nel caso specifico – prosegue la Coldiretti – è del tutto improprio assimilare l’eccessivo consumo di superalcolici tipico dei Paesi nordici al consumo moderato e consapevole di prodotti di qualità ed a più bassa gradazione come la birra e il vino, che in Italia è diventato l’emblema di uno stile di vita lento, attento all’equilibrio psico-fisico che aiuta a stare bene con se stessi, da contrapporre all’assunzione sregolata di alcol.

Made in Italy

Per l’Italia si tratta di difendere un settore del Made in Italy che fattura complessivamente 14 miliardi di euro, registra un record storico delle esportazioni nel mondo per un valore vicino agli 8 miliardi di euro nel 2022 e offre opportunità di lavoro a1,3 milioni nei più diversi ambiti grazie ad una produzione – sottolinea la Coldiretti – destinata per circa il 70% a Docg, Doc e Igt con 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 76 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), e 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30% per i vini da tavola.

 

In Lombardia – conclude la Coldiretti regionale – circa il 90% della produzione è destinata a vini di qualità grazie a 5 DOCG, 21 DOC e 15 IGT. Tra le province più vinicole della Regione, con Brescia e Bergamo, c’è anche Sondrio con i suoi Sfursat e gli altri vini di punta a base di Nebbiolo/Chiavennasca.

 

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