Creval, l'utile del 2020 è di 113,2 milioni di euro
Previsto un dividendo unitario di 0,23 euro. L'ad Lovaglio: "Siamo una banca trasformata, tra le più solide in Europa, con una qualità del credito significativamente migliorata e un core business in crescita".
Il Consiglio di Amministrazione del Creval ha esaminato e approvato nella tarda serata di ieri, lunedì 8 febbraio 2021, i risultati consolidati al 31 dicembre 2020 che evidenziano un utile netto pari a 113,2 milioni di euro, più che raddoppiato rispetto ad un utile di 56,2 milioni di euro registrato nell’esercizio 2019. Il CdA ha deliberato, inoltre, di sottoporre all’approvazione della prossima assemblea ordinaria la proposta di distribuzione di un dividendo unitario di 0,23 euro.
La raccolta
La raccolta diretta si assesta a 17,9 miliardi di euro rispetto a 19,0 miliardi di euro del 31 dicembre 2019. All’interno dell’aggregato, la raccolta della clientela retail (famiglie e PMI) è pari a 11,4 miliardi di euro in crescita del 3,8% su base annua; la raccolta della clientela corporate è pari a 5,0 miliardi di euro in leggero calo rispetto al dato di fine 2019 (5,1 miliardi di euro) per effetto anche della riduzione operata nei depositi corporate più onerosi. La raccolta istituzionale e obbligazionaria è pari a 1,5 miliardi di euro in calo rispetto a 2,9 miliardi di euro del 31 dicembre 2019, in seguito alla diminuzione dei pronti contro termine.
I crediti alla clientela
I crediti netti verso clientela, esclusi i crediti rappresentati da titoli di debito (4,7 miliardi di euro), si attestano a 15,0 miliardi di euro in aumento del 3,5% rispetto al dato del 31 dicembre 2019 (14,5 miliardi di euro), beneficiando in particolare di un’attività commerciale focalizzata nel supportare i territori di riferimento della Banca dando attuazione alle misure di sostegno alla liquidità messe a disposizione a livello di Sistema per le famiglie e imprese a fronte dell’emergenza Covid-19.
All’interno dei crediti verso la clientela la componente retail (famiglie e PMI) ammonta a 6,5 miliardi di euro, in aumento dell’8,2% su base annua, trascinata anche dalle erogazioni del credito al consumo. Gli impieghi della clientela corporate sono pari a 7,5 miliardi di euro in leggero calo (-0,7%) da fine 2019 principalmente per effetto della strategia di riduzione delle esposizioni non-core (prevalentemente large corporate) coerentemente con linee guida del Piano.
I crediti deteriorati
Con riferimento alla qualità del credito, i crediti deteriorati lordi sono pari a 956 milioni di euro in calo del 38% rispetto al 31 dicembre 2019 beneficiando da un lato delle cessioni di oltre 800 milioni di NPE (sofferenze e UTP) realizzate nell’anno, che hanno consentito di completare in anticipo il target di cessioni previsto a Piano, nonostante il difficile contesto esterno e dall’altro del progressivo miglioramento dell’attività di interna di work-out.
I crediti deteriorati netti sono pari a 494 milioni di euro in riduzione del 33% rispetto al 31 dicembre 2019.
Il commento dell'ad di Creval
L'amministratore delegato Luigi Lovaglio ha commentato:
“Il 2020 ha segnato un cambio di passo per il Creval, chiaramente visibile in tutti i principali indicatori economico-finanziari. Siamo una banca trasformata, tra le più solide in Europa, con una qualità del credito significativamente migliorata e un core business in crescita. Una banca resiliente e orientata ad una redditività sostenibile, che opera con processi agili e snelli e una struttura organizzativa efficiente anche dal punto di vista dei costi, in ulteriore riduzione del 4,5% nell’ultimo trimestre dello scorso anno. In anticipo rispetto alla tempistica prevista a piano, e in un contesto altamente sfidante dati gli impatti di una pandemia di portata globale, il Creval si presenta con un solido patrimonio, con un CET 1 al 19,6%, e una forte liquidità, oltre ad un profilo di rischio ben ribilanciato, con un NPE ratio lordo ridotto al 5,8%. Guardiamo con fiducia alle future prospettive di crescita della Banca, proseguendo sulla traiettoria già segnata per una costante generazione di valore. Siamo tornati finalmente al dividendo e la nostra eccezionale posizione di capitale potrà orientarci in futuro anche verso una più ampia remunerazione dei nostri azionisti”.