Il centro commerciale è un luogo pubblico? Dibattito a Bergamo
In occasione della Notte Europea della Geografia, evento organizzato dall’Università di Bergamo.
Il cielo è azzurro, il sole riscalda i residui di giorni freddi e piovosi. Non è la giornata ideale per passare un pomeriggio al centro commerciale. Eppure, in centinaia si sono presentati ieri a Oriocenter per la Notte Europea della Geografia, un evento che l’Università di Bergamo ha realizzato con il Comune di Bergamo, di Orio al Serio, Azzano San Paolo ed importanti enti geografici italiani ed europei.
Moltissimi giovani, soprattutto universitari, gremivano la sala dell’Uci dove si è svolta la Tavola Rotonda, un dibattito che tentava di rispondere alla domanda: “Il centro commerciale è un luogo pubblico?”.
Emanuela Casti, direttrice del Centro Studi del Territorio, spiega come i centri commerciali ormai svolgano un ruolo importante nel contesto urbano, trasformandosi da non-luoghi a iperluoghi, dove migliaia di persone condividono identità, pensieri e interessi. Massimo Tabusi, professore all’Univesità di Siena, dice che un luogo non è definibile per le sue caratteristiche materiali, ma per le esperienze che lì si consumano.
Oriocenter non è estraneo a questo fenomeno. Infatti l’obiettivo del centro, ieri raggiunto, è quello di offrire, tra le altre esperienze, anche eventi culturali. Anche il sindaco di Bergamo Giorgio Gori ha partecipato come “discussant” per animare il dibattito, ed è quello che ha fatto dicendo che molti bergamaschi sono indifferenti a questa pacificazione tra la città e Oriocenter restando dell’idea che eventi di questo tipo siano indirizzati ancora una volta al consumo e al profitto:
“Da sindaco non posso che difendere le risorse della città a fronte della grande competizione con Oriocenter. Certo, Bergamo per anni ha assunto un atteggiamento difensivo e poco innovativo. il mio intento è quello di rafforzare il tessuto urbano, per evitare che alcune zone come gli spazi Piacentiniani siano desertificate e, tra qualche anno, degradate”.
Luca Tamini del Politecnico di Milano dice che per combattere la competitività non bisogna puntare sul commercio tradizionale, ma sull’integrazione con l’e-commerce oppure sull’apertura di nuovi magneti e attrattori urbani. Per esempio, nel 2021 a Segrate aprirà Westfield aprirà Westfield un centro commerciale con anche una linea metropolitana e un acquario.
Fulvio Adobati invece, professore dell’Università degli Studi di Bergamo e architetto appassionato di urbanistica e paesaggio, vede il bicchiere mezzo pieno:
“Oriocenter non ha solo “rubato” persone alla città, ma ne ha portate di nuove. C’è ora la necessità di una visione di scenario integrato per la città, lo scalo di Orio e Oriocenter, che sappia interpretare le opportunità di un contesto complessivo di grande attrazione culturale, commerciale e turistica”.
Alla domanda quindi se Oriocenter sia un luogo pubblico, le risposte sono state varie e discordanti, ma, come ha detto Casti, “le conversazioni di spessore non raggiungono mai una verità, ma illustrano tanti punti di vista. L’unica certezza emersa è la necessità, per il futuro delle città, di avere più geografi”.