Migliora la situazione del terzo settore, ora si pensa al futuro
Pubblicati i dati della seconda indagine di Fondazione Cariplo: In aumento i proventi, le persone impiegate all’interno delle associazioni e il numero di volontari.
Qual è lo stato di salute degli enti del Terzo Settore? E’ la domanda a cui di volta in volta cerca di dare risposta Fondazione Cariplo con l’apporto di Evaluation Lab della Fondazione Sociale Venture Giordano dell’Amore. I dati della seconda survey sono stati resi pubblici in questi giorni. Contestualmente è stata avviata la terza indagine che nei prossimi mesi punta a raccogliere informazioni sull’evoluzione delle organizzazioni e della relativa offerta di servizi e le attese sull’andamento nel prossimo anno.
Il progetto "Mille Voci per Comprendere"
Per comprendere più da vicino l’evoluzione degli Enti di Terzo Settore lombardi, Fondazione Cariplo ha avviato, sin dal 2021, il progetto “Mille Voci per Comprendere”, l’indagine “panel” che ha lo scopo di sondare lo stato di salute degli enti che operano per sostenere famiglie e persone, difendere l’ambiente e promuovere le attività culturali.
In particolare, la terza indagine appena avviata, esplorerà focus specifici relativi a: presenza e ruolo dei giovani nelle organizzazioni non profit, difficoltà nella gestione delle risorse umane, interazione con aziende in programmi di Responsabilità sociale di impresa con le aziende, la raccolta fondi attraverso i lasciti testamentari e l’innovazione dei servizi e interazione con tecnologie digitali.
Ciò che è emerso dalla seconda indagine sul terzo settore
Alla seconda rilevazione hanno partecipato 563 enti, il 72% dei quali aveva partecipato anche alla prima. L’analisi dell’andamento delle risorse umane ed economiche negli ultimi 3 anni evidenzia che, in generale, il valore medio dei proventi degli Enti di terzo settore lombardi risulta in crescita di circa l'8% nel periodo considerato (2020-2022). In particolare, si nota che, nel 2021, anno per cui sono disponibili sia il dato di consuntivo (fonte: seconda indagine) sia quello di preconsuntivo (stimato a ottobre, nell'ambito della prima indagine), gli enti avevano sottostimato il pre-consuntivo, indicando ricavi di circa il 15% inferiori a quelli poi effettivamente realizzati.
Osservando la situazione relativa alle risorse umane, si nota che, in media, il numero di persone retribuite attive nelle organizzazioni che hanno partecipato a entrambe le rilevazioni rimane sostanzialmente costante fra il 2021 e il 2022. Il numero di volontari stabili, invece, aumenta di circa il 9%, probabilmente in relazione all'esaurimento dell'effetto negativo prodotto dalla pandemia da COVID-19 sulla partecipazione ad attività di volontariato.
Concentrando l’attenzione sul 2023, osserviamo che la maggior parte degli enti prevede, a fine anno, stabilità per il personale (72%) e per i proventi (54%), mentre quasi 2/3 dei rispondenti segnala costi in aumento. Coerentemente con la natura del settore, la maggior parte di essi (circa il 60%), segnala una previsione di bilancio in pareggio; nelle attese dei rispondenti i casi di disavanzo superano quelli di avanzo.
Un focus sul "caro energia"
Infine, con riferimento al caro energia – che tutti gli enti hanno osservato nel corso del 2022 – l’impatto dell’aumento del costo dell’energia sui bilanci dei singoli enti sono emersi alcune evidenze principali:
- la maggior parte (75%) degli enti non ha "scaricato in alcun modo" il caro energia sui propri utenti. Solo il 21% degli enti ha aumentato le proprie tariffe e circa il 4%, pur non aumentando le tariffe, ha ridotto la quantità di servizi.
- a fronte di una riduzione dei consumi (rispetto all’anno precedente), gli enti hanno dovuto sostenere un aumento della spesa per l'energia (elettrica più gas naturale) pari in media a circa € 50.000, che rappresenta, sempre in media, circa l'1% del totale dei costi 2022;
- gli enti hanno sostenuto aumenti differenziati soprattutto in relazione alla loro forma giuridica e al settore di intervento (hanno fronteggiato aumenti più cospicui – nell’ordine del 4% - quelli attivi con "altre forme giuridiche” e/o in sanità);
- gli enti di dimensioni più grandi hanno registrato aumenti maggiori in valori assoluti, ma minori in termini percentuali, l'inverso si è registrato per gli enti più piccoli.