Il caso

Opa di Credit Agricole, Creval: "Il prezzo non è congruo"

Il CdA del Credito Valtellinese ha analizzato la situazione alla vigilia dell'operatività dell'offerta.

Opa di Credit Agricole, Creval: "Il prezzo non è congruo"
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Il CdA di Creval ha approvato nella tarda serata di ieri, domenica 28 marzo 2021, un comunicato sull'Opa lanciata da Credit Agricole Italia che scatterà il 30 marzo. E ha ribadito che l'offerta di 10,50 euro per azione non è congrua.

Opa di Credit Agricole, il comunicato di Creval

Il Consiglio di amministrazione di Creval, dopo attenta valutazione del documento di offerta e della documentazione disponibile, ritiene che il corrispettivo pari ad euro 10,50 (cum dividendo) non sia congruo per gli azionisti di Creval, evidenziando quanto segue:
Il Corrispettivo pari ad Euro 10,500 per Azione Creval (cum dividendo) non è congruo da un punto di vista finanziario

Creval presenta diversi elementi distintivi e di valore in ottica stand-alone che si ritiene debbano essere adeguatamente valorizzati e considerati:  Elevata eccedenza di capitale grazie ad una dotazione patrimoniale da best in class;  Significativo miglioramento del profilo di rischio in anticipo rispetto al target fissato per il 2023 dal Piano Industriale; Miglioramento dell’efficienza operativa con elevata riduzione degli oneri operativi nell’esercizio 2020, in anticipo rispetto ai target fissati dal Piano Industriale; Progressivo miglioramento dell’attività commerciale a supporto dell’obiettivo di una redditività sostenibile; Potenziali benefici dalla rilevazione di Deferred Tax Assets (DTA) su base stand-alone; Necessità di considerare il significativo livello di patrimonializzazione di Creval al fine di apprezzare adeguatamente l’effettiva redditività della Banca in termini comparativi.

Creval presenta diversi elementi di valore in ottica di M&A che si ritiene debbano essere adeguatamente valorizzati e considerati nell’OPA: Benefici fiscali derivanti dalla conversione in crediti di imposta di Deferred Tax Assets (DTA) nel contesto della possibile aggregazione tra Credit Agricole Italia e Creval in base a quanto previsto dalla Legge di Bilancio 2021, approvata dopo l’annuncio dell’Offerta; Significative potenziali sinergie e rilevanti effetti positivi a conto economico realizzabili tramite l’aggregazione di Credit Agricole Italia con Creval; Ulteriore buffer di capitale potenzialmente impiegabile in iniziative strategiche considerando i
ratios patrimoniali target di Crédit Agricole.

Diversi elementi di valore ed elementi distintivi riguardanti Creval, sia in ottica stand-alone che di M&A, sono evidenziati anche da alcuni investitori istituzionali Azionisti di Creval e da alcuni analisti finanziari

Il titolo Creval, a seguito dell’annuncio dell’Offerta, ha trattato costantemente a significativo premio rispetto al Corrispettivo

Credit Agricole Italia potrebbe beneficiare di un rilevante goodwill negativo derivante dalla possibile acquisizione di Creval

Il premio dichiarato da Credit Agricole Italia ha una limitata valenza informativa per gli Azionisti di Creval

La tutela per gli azionisti  che non aderiscono all'Opa

Il CdA nel suo comunicato spiega che in caso di successo dell'Opa, gli azionisti di Creval che non dovessero aderire all'offerta sarebbero tutelati da alcuni presidi previsti dalla legge:

La Fusione, che rappresenta un elemento centrale dei programmi futuri dell’Offerente, richiede un quorum deliberativo pari a 2/3 del capitale sociale di Creval con diritto di voto rappresentato in assemblea.

La Fusione, se deliberata prima del Delisting di Creval, sarebbe assoggettata alla disciplina delle operazioni con parti correlate di “maggiore rilevanza”, la quale prevede l’attivazione di specifici e stringenti presidi volti a garantire la trasparenza e la correttezza, sotto un profilo sostanziale e procedurale, della stessa.

Secondo la disciplina normativa che regola la Fusione gli Azionisti che non concorressero alla deliberazione della Fusione, se deliberata prima del Delisting di Creval, avrebbero il diritto di recesso e il rapporto di cambio sarebbe necessariamente congruo.

Gli azionisti di minoranza sarebbero tutelati da alcuni diritti e presidi riconosciuti dalla normativa applicabile a tutela della redditività e del valore delle loro partecipazioni.

LEGGI QUI il Comunicato comlpeto

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