Commenti di imprenditori e manager

Premio di confine? "Un primo passo importante"

Unanimità nel riconoscere un intervento concreto per valorizzare il territorio: 200 euro netti in più al mese, a regime interesserà 70mila valtellinesi

Premio di confine? "Un primo passo importante"
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Un primo passo importante che va nella direzione giusta per valorizzare il nostro territorio. Anche se dobbiamo fare di più. Possiamo sintetizzare così i commenti che abbiamo raccolto tra alcuni imprenditori valtellinesi rispetto alla proposta del Premio di confine, lanciata dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti al convegno del 23 gennaio a Morbegno.

Giorgetti: "Incentivare i lavoratori a restare in valle"

"Dobbiamo difendere dalla desertificazione le nostre realtà produttive, per questo motivo anche in relazione all’entrata in vigore del nuovo trattato della tassazione dei frontalieri, il prossimo anno, credo che sia opportuno ragionare e immaginare una sorta di premio di confine da attribuire a quelle aziende e quei lavoratori che nell’arco dei 20 km dal confine intendono mantenere la produzione e quindi la creazione di ricchezza in Italia - aveva spiegato il ministro -. Altrimenti il rischio è quello di una concorrenza che è assolutamente insostenibile con conseguente desertificazione produttiva". "Bisogna immaginare il futuro con queste forme di intervento a sostegno degli investimenti e la promozione dell’imprenditorialità. Dobbiamo trovare ancora tanti giovani che vogliono mettersi in gioco e fare attività e fare impresa qui. Questa è la sfida che secondo me tutto il sistema, amministrazioni pubbliche, imprese e politica in senso lato deve in qualche modo raccogliere", aveva aggiunto Giorgetti.

E Massimo Sertori era entrato nel merito del nuovo accordo sulla fiscalità dei frontalieri: "Arriveranno maggiori risorse allo Stato centrale, fondi che riteniamo debbano tornare ai territori di confine. Chiaramente, visto che si parte da zero, all’inizio queste risorse non saranno ingenti, ma cresceranno man mano e il fondo arriverà nel 2034 a 300 milioni. Soldi che serviranno per aumentare le paghe dei lavoratori nei territori di confine. Da subito partendo dalle nuove assunzioni e ci sono le condizioni per dare 200 euro in più al mese ai lavoratori che scelgono di restare in Italia". L’assessore lombardo agli Enti locali, montagna e piccoli comuni, che ha anche la delega ai Rapporti con la Confederazione elvetica, aveva aggiunto: "Questo è il progetto iniziale e dobbiamo anche tenere presente che, oltre a crescere negli anni, questo fondo può essere integrato dallo Stato ed essere esteso a diversi settori. L’importante è partire subito, non appena entrerà in vigore il nuovo trattato, perché l’emergenza è oggi, in particolare in comparti come la sanità e quelli legati al turismo, ma anche nelle imprese del manifatturiero".

Premio di confine? "Un primo passo importante"

"Qualcosa di veramente favoloso, per promuovere l’occupazione e l’imprenditorialità giovanile" è il giudizio di Annarita Acquistapace, dell’Ufficio Qualità del Gruppo Iperauto Spa. Che approfondisce così il suo commento: "Due settori sono particolarmente carenti in questo periodo, e non solo in Valtellina: la sanità e il turismo. E ci sono settori valtellinesi da incentivare in quanto di assoluta eccellenza come l’industriale e l’agroindustriale. I lavoratori italiani sono più capaci e ricercati, si pensi al settore edile che in Svizzera va avanti solo grazie alla manovalanza che arriva dall’Italia. Per cui misure che aiutino a far restare il buono che c’è da noi sono da promuovere e incentivare. Dobbiamo anche dire che 200 euro al mese sono ancora troppo pochi, poiché gli stipendi svizzeri sono davvero molto più alti".

Annarita Acquistapace

"L’analisi che porta a questo intervento è totalmente condivisa - spiega Marco Bonat, segretario generale della Camera di Commercio di Sondrio -. La provincia di Sondrio esprime due peculiarità, fonte anche di problemi: essere una frontiera comunitaria e un territorio interamente montano. Il mismacth retributivo determina una problematica per le nostre imprese e l’applicazione della proposta del ministro Giorgetti va nella direzione giusta: quella di ridurre il differenziale retributivo e aumentare l’appeal del nostro territorio. Si tratta di una iniziativa che avrà una sua progressione, partendo da 200 euro al mese, e credo che si dovrà puntare a importi anche più elevati Ma sicuramente è un intervento che porterà un beneficio al nostro territorio, che fra quelli di frontiera non è destinatario di regimi di specialità e autonomia come altri nostri competitor...".

Marco Bonat

Una proposta che nella giusta direzione ma che purtroppo non basta. Questo in sintesi il pensiero di Fabio Bresesti, titolare della EffeBi: "Ben vengano tutte le iniziative di questo genere, anche se 200 euro al mese non bastano per ridurre il differenziale che abbiamo con la Svizzera. Comunque è una proposta che va benissimo perché si inizia a pensare ad azioni concrete. Io, però, continuo a insistere che abbiamo bisogno anche di altro, come un sistema che defiscalizzi i premi di produzione che diamo ai dipendenti: noi paghiamo bene chi lavora bene, ma il costo del lavoro è molto alto e penalizza tutti. Quindi detassiamo i premi e creiamo una sana competizione tra i dipendenti. Questo aiuterà anche l’economia perché chi guadagnerà qualcosa di più lo spenderà sul territorio".

Fabio Bresesti

Il premio di confine "rappresenta una misura apprezzabile per la Provincia di Sondrio, caratterizzata da una significativa presenza di frontalieri - afferma il commercialista Francesco Grimaldi, che spiega - Tale meccanismo conduce a un concreto vantaggio per i lavoratori e le aziende della Provincia di Sondrio. Per queste ultime il tema è diventato sempre più urgente considerata la difficoltà nel reperire e mantenere sul territorio risorse umane. Comunque aldilà dei vantaggi quantitativi ritengo altresì rilevante il principio che tale strumento “perequativo” introduce a favore della Provincia di Sondrio riconoscendone una propria specificità in termini di competitività. Ciò potrebbe aprire una ulteriore strada volta a riconoscere ulteriori forme agevolative compensative a favore dei lavoratori e delle aziende della Provincia di Sondrio".

Francesco Grimaldi

"Credo che stiamo andando nella direzione corretta, poi la strada da fare è molto lunga - approva Claudio Palladi, vice presidente e ceo di Rigamonti -. L’assessore Sertori sta facendo un grande lavoro per il territorio e il ministro Giorgetti è molto attento alle nostre esigenze. Abbiamo un tema, quello della concorrenza con la vicina Svizzera, su cui stiamo passando dalle parole ai fatti. Quindi avanti così su questa direzione, dopo la questione dell’idroelettrico. La Valtellina ha tantissime potenzialità, se imprese e politica collaborano bene si possono fare delle cose importanti per il territorio». E aggiunge: «Al convegno col ministro ho avuto l’onore di portare Gilberto Tomazoni, presidente di Rigamonti nonché numero uno di Jbs, prima compagnia nel mondo del food & beverage. E lui ha avuto un’ottima impressione sulle capacità di ascolto delle imprese da parte delle istituzioni".

Claudio Palladi

"E’ sicuramente una iniziativa molto interessante perché è un passo, dei tanti che si possono fare, per andare ad assottigliare la differenza che c’è tra noi e la Svizzera, anche se è molto ampia e quindi non è sufficiente per colmare questo gap - ammette Emanuele Piasini, ceo di Webtek -. Ma è una iniziativa molto valida che, se accompagnata da altre, può portare benefici. Gli stipendi svizzeri sono molto più alti, mentre il costo del lavoro per noi è altissimo, abbassare questa forbice aiuterebbe le imprese e le renderebbe più competitive. Dal mio punto di vista, la vedo una proposta molto interessante anche nei confronti del nostro territorio italiano: essendo una zona periferica, avere questo vantaggio può renderci più competitivi, ad esempio per noi che importiamo talenti da Milano e dalle zone limitrofe".

Emanuele Piasini

Antonio Tirelli, presidente di Iperal, apprezza l’iniziativa, "che va nella direzione di sostenere i lavoratori e le imprese che operano sui territorio di confine, in particolare potendo ricevere uno stipendio netto maggiore. Un importo interessante per tutti i nostri lavoratori: speriamo che tutto proceda in questa direzione e i vari passaggi istituzionali portino a questo risultato entro la fine dell’anno. I primi beneficiari saranno i neo assunti e poi successivamente si potrebbe estendere anche agli altri lavoratori. A regime l’importo massimo sarà di 2.400 euro all’anno ma ricordiamo che sono netti. I lavoratori nella provincia di Sondrio che potrebbero essere interessati sono circa 70mila ed è interessante anche per noi, perché abbiamo nella nostra provincia 806 collaboratori che potrebbero beneficiare di questo incentivo".

Antonio Tirelli

"La misura proposta dal ministro Giorgetti è un segnale forte e importante, che aiuta sia i lavoratori che gli imprenditori - dichiara Miriam Tirinzoni, ceo di Mt Consulting, attiva da molti anni nella gestione di contributi pubblici e incentivi alle imprese - . Io personalmente, ad esempio, ho avuto due ragazze molte brave che hanno fatto formazione per alcuni anni nel nostro ufficio e poi sono andate in Svizzera. Questo, da un lato, mi riempie di orgoglio, ma dall’altro mi ha creato ovviamente un disagio: subiamo uno svantaggio per il costo del lavoro troppo elevato che penalizza sia le aziende che i lavoratori. Inoltre, dalla mia esperienza, posso osservare un’ottima preparazione da parte del ministro e del suo staff per la gestione del Pnrr, stanno lavorando molto bene: speriamo possano avvicinare di più i tempi della burocrazia romana con i tempi delle imprese lombarde".

Miriam Tirinzoni

Per Plinio Vanini, presidente di Autotorino e proprietario de La Fiorida, "è un segnale forte da parte di uno Stato che riconosce la specificità di un territorio e che inizia ad entrare nel merito delle questioni per dare forza e sviluppo al nostro territorio. Territorio che affronta tutti i giorni una serie di sfide importanti, come la competizione nel mercato del lavoro con la Svizzera. Per la qualità della vita non abbiamo nulla da invidiare alla Svizzera e ricordiamoci che il lavoro in Italia è protetto e tutelato. Inoltre, è un segnale forte ai giovani, a chi inizia un lavoro e che vuole restare nel nostro territorio. Un primo passo importante che contribuisce alla crescita della comunità e crea opportunità di vita e lavoro". "Siamo abituati a pretendere ma oggi dobbiamo dire grazie al governo per questo segnale concreto - aggiunge Vanini - Grazie al ministro Giorgetti e all’assessore Sertori per il loro impegno".

Plinio Vanini
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