serve un cambio di passo

I lavori per le Olimpiadi 2026 in ritardo: il PD chiede chiarezza su tempi e modi

Tema centrale anche il servizio ferroviario.

I lavori per le Olimpiadi 2026 in ritardo: il PD chiede chiarezza su tempi e modi
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"Quella che doveva essere un'opportunità di crescita e di sviluppo per il nostro territorio, per riuscire a realizzare infrastrutture di qualità e sostenibili sta diventando un grande pasticcio considerando che molti di questi interventi non sono condivisi, che hanno un forte impatto ambientale e che per giunta rischiano di essere realizzati in notevole ritardo sulla scadenza prevista delle olimpiadi 2026".

Il segretario provinciale del Pd Michele Iannotti entra così nella discussione scaturita dalle parole del ministro alle Infrastrutture Matteo Salvini e dal presidente lombardo Attilio Fontana che negli ultimi giorni hanno ammesso il ritardo nella realizzazione delle infrastrutture viarie legate dalle Olimpiadi invernali 2026.

Opere in ritardo

"Solo a giugno di quest’anno rispondendo ad un'interrogazione del Pd regionale, il sottosegretario leghista Antonio Rossi aveva confermato la realizzazione degli interventi previsti prima del 2026, dichiarando di non essere a conoscenza del dossier dell'Aci che denunciava forti ritardi nella realizzazione delle opere prevedendone la conclusione prima dell’avvio dei giochi olimpici solo per il 25% di quelle stradali e per il 50% di quelle ferroviarie - ricorda Iannotti -. Era il primo campanello d’allarme che doveva indurre la giunta regionale a farsi parte attiva per correre ai ripari aprendo un confronto vero con tutti i soggetti coinvolti. E invece nulla è stato fatto. Ora interviene Salvini annunciando i notevoli ritardi nella realizzazione delle infrastrutture olimpiche sottolineando in particolar modo che neppure la tangenziale di Tirano, opera inserita nel pacchetto olimpico ma progettata nel 2004 e finanziata da anni, e mai messa in dubbio dal cronoprogramma, non riuscirà ad essere realizzata prima dell’avvio dei giochi".

Dichiarazioni a cui seguono quelle del presidente Fontana che minimizzando la cosa dice che tutti sapevano che la data di fine lavori per Tirano era contrattualmente il 2027, ma che sarebbe opportuno e utile anticipare a prima dell’avvio dei giochi olimpici.

"Il presidente Fontana si metta d’accordo con il ministro Salvini sulle risposte da dare: si rispetterà o no il termine del 2026? Non vorremmo che la risposta di Fontana sia solo elettorale; vogliamo risposte certe sia dalla Regione sia dal ministro competente" insiste Iannotti.

Un fallimento

Il fatto che si arrivi in ritardo nella realizzazione delle opere rappresenta secondo il Pd il fallimento soprattutto da parte della Regione che ha evidenti e chiare responsabilità come ente territoriale di raccordo.

"Il presidente Fontana prenda in mano la situazione e convochi tutti gli attori che in questa partita hanno ruolo, compresi gli enti locali interessati, per fare il punto della situazione su quello che sta succedendo - insiste Iannotti -, entrando nel merito della definizione di un cronoprogramma certo e sulla qualità degli interventi in cui devono trovare accoglimento le richieste dei territori, in particolare riguardo allo svincolo della Sassella, al superamento della ferrovia al Trippi e alla tangenzialina di Bormio, affinché si realizzino opere con un basso impatto ambientale, che si integrino nel nostro contesto paesaggistico e che rispondano ad un modello di sviluppo sostenibile".

Accanto alle infrastrutture sostenibili e di qualità, occorre secondo il segretario dem affiancare un servizio ferroviario efficiente, "l’esatto contrario di quello che tutti purtroppo conosciamo in Valtellina e Valchiavenna".

Per fare questo Iannotti indica la necessità di un cambio di passo che porti ad una gara europea per l’individuazione del gestore del servizio evitando, come hanno in programma il presidente Fontana, la Lega e Fratelli d’Italia, di rinnovare la concessione a Trenord per altri 10 anni:

"Sarebbe la continuazione di un film che nessuno vuole più vedere. Sarà una delle prime cose che farà il nuovo presidente della Regione Pierfrancesco Majorino; anche per questo dopo 28 anni ci vuole un cambio di passo in Regione Lombardia".

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