Elezioni europee

Letizia Moratti: "Un’Europa più unita e solidale, che metta al centro le persone"

Intervista alla presidente della Consulta di Forza Italia, che ha ufficialmente avviato la sua campagna elettorale in vista del voto del'8 e 9 giugno

Letizia Moratti: "Un’Europa più unita e solidale, che metta al centro le persone"
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Letizia Moratti domenica 21 aprile, al Teatro Manzoni di Milano, ha inaugurato ufficialmente la propria corsa verso il Parlamento europeo. Abbiamo chiesto alla presidente della Consulta nazionale di Forza Italia i motivi che l’hanno portata ad accettare questa nuova sfida e quale tipo di Europa vuole contribuire a costruire.

Letizia Moratti: "Un’Europa più unita e solidale, che metta al centro le persone"

Con la scomparsa del presidente Silvio Berlusconi molti osservatori avevano ipotizzato una lenta agonia per FI. Nei fatti, invece, il partito sta attraversando uno straordinario momento tanto che i sondaggi dicono che oggi sta tallonando la Lega e alcuni addirittura indicano un sorpasso.

"Sono tornata in Forza Italia in un momento molto critico per il partito, con lo spirito di chi vuole portare un contributo di idee coerente con i miei valori che sono quelli del popolarismo europeo. Il segretario Antonio Tajani ha fatto un ottimo lavoro nel far sentire tutti noi eredi di Berlusconi, risvegliando un importante senso di appartenenza. Quando a settembre mi ha proposto di rientrare in Forza Italia, chiedendomi di diventare presidente della Consulta, quello che mi ha convinto è stata l’idea di portare avanti gli ideali di Forza Italia e di Silvio Berlusconi, a cui devo gratitudine per la mia storia politica. In particolare, abbiamo approfondito le tematiche urgenti riguardanti la sanità, l’occupazione, il fisco e la necessità irrimandabile di semplificazione burocratica. Un lavoro realizzato attraverso un ponte con la società civile, da cui è nata una piattaforma programmatica di visione e molto concreta, ascoltando il mondo delle imprese e del Terzo settore. Mi ritrovo nei valori di un partito centrista, europeista, atlantista, che sa coniugare lo spirito liberale con la solidarietà e l’attenzione al sociale, propri della dottrina sociale della Chiesa. Forza Italia è l’unica formazione politica della coalizione che appartiene al Partito Popolare Europeo. Ritengo essenziale rafforzare il Ppe, in particolare in questo momento, per il bene dell’Italia e dell’Europa. Il messaggio politico che stiamo trasmettendo, fatto di responsabilità e competenza, sta riscuotendo fiducia tra i cittadini facendo crescere i consensi a Forza Italia. Non facciamo gare contro altri partiti, guardiamo molto ai tanti astensionisti, alla frammentazione nell’area popolare e alle molte realtà civiche capaci di rappresentare in modo più puntuale le istanze locali".

Come è nato il suo coinvolgimento con FI? Che rapporto ha con la famiglia Berlusconi?

"La scomparsa di Berlusconi ha consentito di riallacciare rapporti con tanti esponenti di Forza Italia. L’eredità politica del fondatore ci ha richiamato tutti a un rinnovato impegno politico unitario e l’invito del segretario Tajani a presiedere la Consulta, organismo frutto dell’intuizione di Berlusconi, mi ha convinta a un impegno personale. Con la famiglia i rapporti di amicizia sono sempre stati molto buoni, all’insegna della discrezione e della stima reciproca".

Letizia Moratti e Antonio Tajani domenica 21 aprile, al Teatro Manzoni di Milano

Le elezioni europee dell’8 e 9 giugno sono sempre più vicine, ma si parla poco di problemi e opportunità europee e troppo di rapporti politici nazionali.

"L’Europa, a torto, è percepita come qualcosa di lontano dalla quotidianità delle persone. Invece determina ormai anche la maggior parte delle leggi del nostro Paese e perciò incide in modo considerevole sulla vita dei cittadini. Non dobbiamo cadere nel provincialismo e pensare solo agli effetti che il risultato elettorale europeo potrà avere sulla politica nazionale. Il quadro politico europeo, le famiglie partitiche del continente, sono molto diverse da quelle italiane. Queste elezioni sono estremamente importanti: a livello europeo è necessario arginare una destra estrema che vuole indebolire l’Europa e una sinistra che si è dimostrata incapace di coniugare sostenibilità ambientale con sostenibilità economica e sociale. Il Partito Popolare Europeo sarà ancora il partito di maggioranza relativa nell’Unione e farne parte significherà per Forza Italia poter determinare molte scelte".

L'Europa ha ovviamente qualche difetto e su alcune sfide importanti, come la transizione ecologica, forse servirebbe un approccio più pragmatico.

"Assolutamente sì. Sicuramente va rivisto il Green Deal, superando l’approccio ideologico dei socialisti e di Timmermans che, se attuato, metterebbe in ginocchio settori importanti come l’automotive, l’industria, l’agricoltura e la zootecnia, gravando in modo negativo sulle imprese, ma anche sulle famiglie. Ad esempio, penso alla direttiva sulle Case Green, che dovrebbe riguardare in Italia 3,5 milioni di edifici da ristrutturare con costi importanti che non si sa come finanziare e che non devono ricadere sulle spalle dei cittadini. Basti pensare che per ristrutturare un appartamento di 120 metri quadrati servirebbero circa 50mila euro. Cifre improponibili per tante famiglie. Così come va modificata la legge sul ripristino ambientale che giustamente sta sollevando sempre più opposizione: obbligare a lasciare incolto il 10% dei nostri terreni fertili quando già oggi importiamo prodotti agricoli dall’estero è una follia. Il Green Deal quindi va rivisto nei tempi e nelle modalità con cui accompagnare la transizione. L’avversione per un approccio ideologico che non sa coniugare sostenibilità ambientale con sostenibilità sociale ed economica sta crescendo in tutta Europa. La tutela dell’ambiente deve andare di pari passo alla difesa dei posti di lavoro e al sostegno al welfare".

Letizia Moratti con Ivana Spagna

Per le imprese l'Europa è ormai il mercato domestico. Cosa hanno bisogno dall’Unione per essere ancora più competitive?

"In particolare ritengo fondamentale affrontare il tema della crescita. Nel 2008 le economie americana e dell’eurozona avevano più o meno la stessa dimensione. L’economia Usa è oggi quasi il doppio di quella dell’Ue. Nel mondo si dice: l'America fa, la Cina copia, l'Europa regola. L’Europa non cresce e si contraddistingue per un eccesso di burocrazia che pesa in particolare su imprese grandi e piccole, artigiani, commercianti, autonomi e partite Iva, agricoltori, che sono il cuore del nostro sistema produttivo. Bisogna introdurre il concetto di “one in, two out”, cioè per ogni nuova norma introdotta bisogna cancellarne due. Serve anche un fisco più equo: un’armonizzazione fiscale è un elemento importante per le imprese. E la realizzazione del mercato unico dei capitali, che porterebbe in Europa ingenti investimenti, rafforzando patrimonialmente le nostre imprese. E poi c’è la grande questione della costruzione di una difesa comune europea con capacità di vera deterrenza. Autorevolezza ed autonomia di una potenza economica si giocano anche su questo terreno. Perché non c’è libertà per imprese e cittadini europei se non sapremo garantire la loro sicurezza".

La persona al centro nei valori del Popolarismo europeo: questo è l'ordine del giorno che ha presentato al congresso di Forza Italia. In vista delle elezioni europee, che cosa vuole dire con questo messaggio?

"Penso che il processo di integrazione, così come è stato immaginato dai padri fondatori come De Gasperi, Adenauer e Schuman, debba proseguire in tutti i settori: da quello già citato della difesa comune, al mercato unico dei capitali che può garantire 2mila miliardi di investimenti aggiuntivi. E credo che lo stesso si debba fare in termini di costruzione di un welfare comune che ponga al centro dell’azione politica i cittadini, le persone, valorizzando la sussidiarietà e il volontariato sociale. L'economia sociale di mercato è una intuizione della tradizione popolare europea che ci distingue, ad esempio, dagli Stati Uniti, ma anche dalla Cina. Il nostro modello economico ha portato prosperità, occupazione e pace sociale. Se lo vogliamo difendere e consolidare bisogna sostenere e rafforzare il ruolo del Partito Popolare Europeo".

Nei mesi scorsi si è molto spesa nella Consulta nazionale di FI, che risultati avete raggiunto? E che ruolo può avare anche in questo impegno europeo?

"Grazie anche alla collaborazione di personalità della società civile che hanno animato e animano i lavori della Consulta della segreteria di Forza Italia che presiedo, abbiamo prodotto un corposo lavoro di analisi delle criticità e di proposte e soluzioni strategiche. Per esempio, in tema di liste d’attesa: i cittadini non possono essere obbligati a rivolgersi ai privati per esami e cure in tempi ragionevoli pagando costi elevati. La sanità pubblica deve essere garantita gratuitamente e con tempi certi. In questo senso la messa a terra dei fondi Pnrr europei sarà importante per la concreta realizzazione della sanità territoriale con case e ospedali di comunità. Quello della Consulta è un lavoro che è stato oggetto di attenzione al congresso e che ha contribuito alla presentazione di diversi ordini del giorno su tematiche specifiche. Penso che sia necessaria una politica che abbia una visione di lungo periodo, possibile solo attraverso una profonda conoscenza dei problemi di una società complessa come la nostra. Per quanto riguarda la campagna elettorale, sarà l’occasione per approfondire tanti temi esaminati a livello di Consulta che potranno essere tradotti anche in chiave europea e diventare proposte concrete".

Ritiene che la Commissione europea possa essere guidata ancora da Ursula von der Leyen?

"Ursula von der Lyen è la presidente uscente e dipenderà dai risultati delle elezioni: si dovrà comporre un’alleanza che io auspico sia tra popolari, liberali e conservatori. Chi ne verrà chiamato alla guida rappresenterà una sintesi concordata sulla base del programma politico comune".

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