Pizzul e Tinagli: "L’Europa serve ai territori"
Giornata in Valtellina e Valchiavenna per i due candidati all’Europarlamento per il Partito Democratico nella circoscrizione Nord Ovest
Da un lato l’esperienza maturata nel Parlamento europeo e, in particolare, come presidente della Commissione Problemi Economici e Monetari. Dall’altro quella che lui stesso ha definito «un’avventura un po’ folle» per continuare in Europa il lavoro fatto in Regione Lombardia.
Oggi, mercoledì 15 maggio Irene Tinagli, eurodeputata uscente, e Fabio Pizzul, consigliere regionale per tre legislature fino alla primavera 2023, erano in Valle. Una serie di incontri e appuntamenti per i due candidati al Parlamento europeo nella circoscrizione Nord Ovest (che comprende anche la Lombardia) per il Partito Democratico.
Pizzul e Tinagli: "L’Europa serve ai territori"
Introdotti dal segretario provinciale Dem Michele Iannotti, Tinagli e Pizzul si sono presentati illustrando le motivazioni della loro candidatura e guardando al futuro.
Tignali, in particolare, ha focalizzato l’attenzione su diversi punti, centrali del lavoro svolto in Commissione e in Parlamento sottolineando come in questi anni segnati dalla crisi dovuta alla pandemia, «l’Europa si sia occupata di piani che hanno avuto ricadute significative sulle persone». Il riferimento è al Recovery fund e ai provvedimenti che hanno consentito di salvaguardare l’occupazione nella crisi, ma anche di rilanciare l’economia dei territori. E ha aggiunto: «L’Unione Europea non è distante, perché la facciamo noi; quindi siamo noi che eventualmente dobbiamo cambiarla. E quando è solidale dà risposte efficaci ai cittadini e ai loro problemi».
Come? Secondo Tinagli la ricetta è quella «del dialogo continuo con comunità, imprese, associazioni». Ricordando che «quanto ha fatto in questi anni l’Europa può essere distrutto, perché è nato da una unanimità temporanea (quella del Covid e del post pandemia, ndr) dalla quale si può tornare indietro». Come, ha specificato «vorrebbero le forze populiste del centrodestra» che hanno un progetto «differente rispetto a noi sull’Europa».
Un progetto che fa il paio con quello evidenziato da Pizzul: «La mia avventura di candidatura un po’ folle nasce dal tentativo di dare continuità al lavoro in Consiglio regionale. Perché questa è l’unica prospettiva per una terra ricca non solo economicamente, ma anche di idee, spunti, innovazione. E per valorizzarle l’unica prospettiva è quella Europea».
Con l’aggiunta dell’essere legati a una grande famiglia (quella socialdemocratica di cui il Pd fa parte) «che consenta al Nord Ovest di restare agganciati all’Unione Europea». Anche perché, come ha sottolineato lo stesso Pizzul e ha poi chiosato anche Tignali, è proprio dall’Europa che arrivano risorse fondamentali. Come, ad esempio, quelle per lo sviluppo delle Aree Interne o l’Interreg.
Ma perché proprio il Pd? Una domanda che Pizzul si è posto dando anche una risposta precisa: «Perché è il partito più europeista di tutti. Un partito aperto r attento a voci che arrivano anche dal suo esterno, capace di ascoltare le diverse realtà territoriali. E quindi di rappresentare una pluralità di istanze per parlare a tutti coloro che condividono l’essere credibili, attenti alle esigenze anche sociali e all’innovazione».
Anche - come ha sottolineato Tinagli - per le aree più decentrate. E non soltanto rivitalizzando Eusalp, la macroregione alpina, ma anche mettendo in rete tutte quelle istanze che arrivano da territori simili al nostro.
Con uno scopo preciso, come ha concluso Pizzul: «Trovare anche su un territorio come quello della provincia di Sondrio agganci con l’Europa per soluzioni innovative su più fronti, compresi treni (proprio mercoledì con ritardi da incubo) e la mobilità viabilistica «che anche in vista delle Olimpiadi non pare proprio risolta», ha concluso Pizzul.