La decisione

Provincia, le elezioni si faranno a gennaio

Moretti: "Scelta dolorosa ma necessaria, me ne assumo tutte le responsabilità".

Provincia, le elezioni si faranno a gennaio
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Le elezioni per il presidente della Provincia di Sondrio si terranno a gennaio 2023: ciò implica che i sindaci candidati a questa carica saranno poco più che venti su un totale di 77 Comuni.

Saranno esclusi quelli in scadenza nel 2024 (che sono oltre 50) e quelli, come Sondrio, Teglio, Chiesa in Valmalenco e pochi altri, che decadono nel 2023 (perché è necessario che il candidato abbia un mandato di almeno 18 mesi). I papabili restano quindi pochi.

Provincia, le elezioni si faranno a gennaio

Ad annunciarlo è stato ieri lunedì 17 ottobre 2022, il numero uno di Palazzo Muzio Elio Moretti, che ha illustrato le ragioni della sua scelta.

«Non posso che cominciare parlando della Legge Delrio, che considero folle, nata probabilmente con la convinzione che le Province avrebbero dovuto chiudere nell’arco di pochissime settimane o mesi. Altrimenti non si capisce come si spiega si sia potuto mettere in campo una legge così assurda - ha esordito Moretti -. Detto questo, la situazione della nostra Provincia, che è uguale a quella di altre 21 Province in Italia, vede il mandato del presidente scadere il 31 ottobre. In queste realtà per effetto della pandemia da Covid era stato eletto il Consiglio di metà mandato, un anno dopo, cioè a dicembre 2021. Il Consiglio, sempre per effetto di questa legge assurda, resterà in capo al prossimo presidente per un anno».

I motivi della decisione di Moretti

La preoccupazione di Moretti è che il suo successore possa non essere supportato dal Consiglio che è stato scelto da lui, con criteri, ha detto, non da tutti apprezzati: «Sono partito dal presupposto che sono un presidente istituzionale che non ha appartenenza politiche e nessuna tessera di partito. Sono il presidente di tutti e quindi ho ritenuto giusto che al suo rinnovo il Consiglio fosse ad appannaggio di tutte le forze politiche presenti sul territorio, con rappresentanti che vanno dalla destra alla sinistra passando per il centro»

Un Consiglio - così come ha puntualizzato Moretti - con il quale ha sempre lavorato molto bene e con il quale è sempre stata trovata una condivisione.

«Il mio timore ora è che questo Consiglio, per assurdo, possa non valere al prossimo presidente. Sono dispiaciuto, e non per attaccamento alla poltrona, constatare che la politica non abbia avuto forza, coraggio e tempo per capire che bastava prevedere una proroga o del presidente che andasse a scadenza con quella del Consiglio o, viceversa, che il Consiglio terminasse il mandato con il suo presidente. In entrambi i casi questa soluzione avrebbe dato modo a questa Provincia di poter lavorare sicuramente meglio e al prossimo presidente di svolgere il suo incarico nella maniera corretta. Posso capire che la politica in questo periodo abbia altre priorità e lo capisco. Il rammarico semmai è che Upi, che rappresenta le Province italiane, non abbia colto l’occasione per fare un affondo su un tema così importante».

Quindi: «Se il futuro presidente facesse parte dei sindaci in scadenza nel 2024 avrebbe davanti a sé solo 18 mesi di mandato, che sono pochissimi per poter governare o anche solo fare un minimo di programmazione».

"Scelta dolorosa ma necessaria, me ne assumo tutte le responsabilità"

Di qui la scelta, che Moretti considera dolorosa ma necessaria: «All’interno di quegli oltre sindaci che scadranno nel 2024 e che stimo, so che qualcuno avrebbe voluto prendere il mio posto. Ma ritengo che da presidente della Provincia debba dare a questo ente che amo e al quale ho dedicato 4 anni, un successore che abbia davanti un mandato intero».

«Scelta condivisa da nessuno praticamente e della quale mi assumo tutte le responsabilità. Ma sono convinto che pagherà. Alcuni colleghi mi hanno “accusato” di voler mettere gli uni contro gli altri. Non la penso così. Governare o meno questo territorio dipende esclusivamente solo da noi e quindi non fermiamoci a questa mia decisione. Sono sicuro che i sindaci sono persone ragionevoli e che primo o poi capiranno».

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