Rota: "Cibi sintetici, alimentazione del futuro a quale prezzo?"
Il consigliere regionale di Forza Italia si preoccupa dell’impatto occupazionale nel comparto zootecnico
In questo ultimo periodo c’è un dibattito ricorrente, affrontato in modo emotivo, relativo alla cosiddetta carne sintetica, dove si ritrovano legittime posizioni contrastanti. Abbiamo chiesto a Ivan Rota, consigliere regionale del gruppo Forza Italia e membro della Commissione Agricoltura, cosa ne pensa in merito al dibattito sui cibi sintetici.
Rota: "Cibi sintetici, alimentazione del futuro a quale prezzo?"
"Mi preoccupa il progressivo smantellamento dei costumi e delle eccellenze su cui si regge il nostro sistema economico, intrapreso da Bruxelles attraverso atti legislativi che devono essere recepiti dai singoli Stati facenti parte dell’Ue. È realistico pensare che quella impropriamente chiamata carne sintetica sarà un alimento nutritivo del futuro, ma ritengo che il legislatore debba focalizzare l’attenzione sull’impatto occupazionale della nostra filiera zootecnica".
Questo il pensiero del consigliere regionale Ivan Rota, che si pone alcune domande già espresse in occasione delle audizioni tenutesi recentemente in Commissione Agricoltura del Pirellone:
"Quanti sono gli occupati nelle stalle e nell’indotto zootecnico, nelle attività di macellazione e distribuzione? Quanti posti di lavoro saranno messi a rischio? Quale riconversione occupazionale è stata prevista e in che tempi? Non possiamo accettare decisioni che potrebbero mettere in difficoltà aziende e lavoratori lombardi. Non potendoci sottrarre dal recepimento delle decisioni assunte a Bruxelles è di fondamentale importanza la posizione che i nostri europarlamentari sapranno prendere in seno al Parlamento europeo unendo le forze oltre le appartenenze partitiche e liberi da preconcetti ideologici".
"Non solo rischi economici ma anche dubbi per la nostra salute"
E prosegue Rota:
"Il comparto agroalimentare italiano, e in particolar modo quello lombardo, è riconosciuto nel mondo per la sua ricca biodiversità, per le produzioni d’eccellenza. Non possiamo permetterci che, dopo i tanti settori messi in difficoltà da decisioni prese a tavolino in Ue a beneficio di altri interessi economici, ad uscirne penalizzati siano ora i nostri allevatori e le aziende dell’indotto. A preoccuparmi non sono solo le ricadute economiche e la perdita di posti di lavoro. Quali certezze abbiamo che questa alimentazione non incida negativamente sulla salute delle persone? Siamo sicuri che il processo produttivo per realizzare questi prodotti non crei danno all’ambiente? Questi legittimi dubbi non hanno trovato risposte rassicuranti".
Conclude il consigliere regionale:
"Una cosa è certa: queste decisioni incideranno nel medio periodo sulla nostra cultura, sulle nostre tradizioni, sulle nostre abitudini alimentari, sul nostro tessuto economico; ritengo il prezzo da pagare rischioso rispetto a nuovi stili di vita fantascientifici, che pensavo fossero circoscritti ad alcune trame di film".