Scuola dell’Infanzia B. Munari: "Un trasferimento che sa di sfratto"
Quello che sta accadendo presso la Scuola dell'Infanzia “B. Munari” di Sondrio si inserisce, involontariamente, nell’ampia mobilitazione nazionale della Cgil sul rilancio delle politiche educative nella fascia 0-6, prevista per il 15 aprile
La CGIL di Sondrio ha commentato i recenti eventi riguardanti il plesso scolastico cittadino, esprimendo preoccupazione per le condizioni in cui si trovano gli alunni. L'attuale "aula" di una sezione dei bambini è uno spazio aperto, precedentemente adibito ad altre attività, con armadi usati come divisori rispetto al corridoio. Questa improvvisata collocazione ha causato sgomento tra i genitori, che vedono i loro figli trasferiti in uno spazio che non è adeguato come soluzione educativa.
La denuncia della CGIL
Le segretarie generali della FP CGIL e della FLC CGIL di Sondrio, Michela Turcatti e Antonella Turcatti, hanno sottolineato la mancanza di cura nella comunicazione alle famiglie e l'insufficiente attenzione verso gli alunni e il personale scolastico. Questo episodio si inserisce in un contesto più ampio di impoverimento dei servizi educativi pubblici, sia a livello lombardo che provinciale.
Le sindacaliste hanno anche evidenziato un precedente processo di privatizzazione dell'asilo nido comunale, che ha portato a conseguenze negative sul sistema educativo della città. Esprimono la necessità di un intervento risolutivo da parte dell'amministrazione comunale di Sondrio e ribadiscono che i bambini e i loro diritti non devono essere trascurati.
In conclusione, la CGIL di Sondrio si preoccupa delle condizioni precarie in cui versano gli alunni e il personale scolastico, sottolineando l'importanza di garantire spazi adeguati e diritti per una crescita e socializzazione appropriate.
Uno sfratto
Riportiamo di seguito il comunicato diffuso oggi:
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"E’ un salone aperto e adiacente al corridoio, precedentemente adibito ad altre attività comuni, l’attuale “aula” di una delle sezioni dei piccoli alunni della scuola Munari. Se si trattasse di una vera aula, poco ci sarebbe da eccepire. Il punto, invece, è che stiamo parlando di uno spazio aperto, allestito frettolosamente con alcuni armadi a fare da divisori rispetto al corridoio. Rapidamente improvvisata, questa nuova collocazione ha generato il comprensibile sgomento dei genitori, che hanno assistito allo sfratto de facto dei propri figli, dalla loro precedente sezione, a quella che non può essere identificata come una soluzione”. Queste le parole di Michela Turcatti e Antonella Turcatti rispettivamente segretarie generali della FP CGIL e della FLC CGIL di Sondrio.
“Anche da parte nostra, senza entrare nel merito di scelte operative attinenti all’autonomia scolastica, constatiamo la poca cura mostrata in questa vicenda in termini di comunicazione alle famiglie e una insufficiente attenzione che invece dovrebbe essere sempre assicurata a tutti gli alunni, in particolare nella fascia educativa 0-6 e al personale che nelle strutture opera.
Purtroppo ciò si inserisce, ci auguriamo involontariamente e solo in via temporanea per questo caso, in quello che invece è un continuo impoverimento dei servizi educativi pubblici: a livello lombardo, così come in provincia di Sondrio”.“Dopo il processo della privatizzazione di fatto dell’asilo nido comunale “La Coccinella” di Sondrio, che appariva e appare sempre più irreversibile - dato che dal momento dell’esternalizzazione della gestione del personale del nido, risalente al 2021, non è mai più stata attuata un’assunzione da parte del Comune, come fin dall’inizio temevamo - un ulteriore colpo sembra abbattersi sul sistema educativo sondriese, nell’alveo di quell’arretramento costante del perimetro pubblico a cui costantemente assistiamo e che oggi coinvolge dei piccoli alunni. Attendiamo chiaramente un intervento risolutivo da parte dell’Amministrazione del Comune di Sondrio, non essendo evidentemente rassicurante o esauriente l’auspicio dell'Assessora Marcella Fratta rispetto al fatto che i bambini, attraverso l’apporto delle figure educative, <troveranno il modo di far vivere questo cambiamento in modo positivo>”.
“Ma il “cambiamento” – proseguono le sindacaliste di via Torelli, è positivo se assicura diritti, certezze, spazi adeguati per la crescita e la socializzazione mentre, ad oggi, la nuova collocazione della sezione risulta invece precaria. Da parte nostra, ribadiamo la preoccupazione rispetto all’ennesimo colpo al welfare provinciale, con probabili ripercussioni che potrebbero gravare sia sui bambini coinvolti, che sulle lavoratrici e i lavoratori che si troveranno costretti a svolgere il loro prezioso lavoro educativo in spazi poco consoni.Per questo ricordiamo alla politica cittadina e a chi ne ha responsabilità che i bambini, e i diritti, non si sfrattano”.