Uncem elenca le priorità per i territori montani nel 2024
Il presidente lombardo Tiziano Maffezzini fa il punto guardando ai prossimi mesi
Quali sono le sfide che attendono i territori montani nel 2024? Uncem Lombardia, come spiega Tiziano Maffezzini, presidente della delegazione regionale lombarda dell’associazione che unisce tutti gli enti montani italiani, ha individuato una serie di temi prioritari per lo sviluppo della montagna, che dovranno essere al centro dell’agenda politica dei prossimi 12 mesi. "Alcuni di questi riguardano problematiche storiche, altri sono invece da leggere cogliendo i segni del tempo”, afferma.
Uncem elenca le priorità per i territori montani nel 2024
La riforma degli enti locali, ad esempio, non più rinviabile: “Ritengo sia necessario - prosegue Maffezzini - consentire alle nostre amministrazioni di lavorare efficacemente per offrire più servizi ai cittadini, semplificando i processi burocratici ed adottando procedure più snelle e rapide. Per raggiungere questo obiettivo, i nostri enti devono poter contare sull’innesto di giovani professionalità e adottare un approccio manageriale nella gestione delle attività. In questo quadro, penso sia utile ripensare anche al ruolo delle province, facendo in modo che tornino ad essere protagoniste della vita democratica del nostro Paese”.
Fortemente legato a questo tema è quello del ruolo e delle funzioni di primi cittadini ed amministratori. Nelle realtà più piccole e periferiche, queste figure devono essere accompagnate e tutelate nell’esercizio delle loro funzioni, garantendo loro opportuni strumenti di intervento, moderni ed adeguati ai tempi. Per questo, è necessario agire in tempi rapidi, in sede normativa, per dare risposte a chi ogni giorno lavora sul territorio con immensa fatica. I sindaci e gli
amministratori locali non sono una casta e non fanno “un mestiere”, bensì lavorano a servizio della comunità che li ha eletti.
Fiscalità per rilanciare lo sviluppo e la crescita delle aree montane
Per rilanciare lo sviluppo e la crescita delle aree montane, però, questi cambiamenti istituzionali devono essere accompagnati da altre importanti azioni, come il riordino del sistema fiscale.
È necessario pensare ad una nuova fiscalità che individui criteri di selettività e peculiarità per i territori montani, per le imprese e per gli enti locali. Azioni mirate all’applicazione di un regime fiscale differenziato per favorire l’attività di imprese, centri multiservizi, distretti, bar e negozi, favorendo in questo modo chi fa impresa e sostiene l’economia delle aree montane, investendo in prima persona, contrastando così anche la desertificazione commerciale a cui, in troppi comuni, si sta assistendo impotenti; desertificazione che poi significa spopolamento e abbandono. Le persone che abitano nelle aree montane devono poter contare, inoltre, su servizi che consentano di vivere, lavorare e creare una famiglia. Bisogna quindi partire dalle basi: servizi socio - sanitari e scuola.
Maffezzini prosegue: "Nel paradigma che Uncem ha, provocatoriamente, lanciato: “Una ambulanza e un medico in ogni Comune”, sta la ricostruzione di un nuovo welfare pubblico che colmi i divari strutturali storici del vivere in montagna, agendo su sanità ma anche su scuola, trasporti e servizi. Disporre di un efficace ed adeguato servizio sanitario nelle aree montane è prioritario per creare le condizioni di vivibilità e sicurezza di questi territori. Mentre, per quanto riguarda il tema dell’istruzione, Uncem evidenzia la necessità di salvaguardare e potenziare le scuole nei Comuni montani. A questo proposito ogni valle deve poter definire con gli Uffici scolastici formule riorganizzative moderne e per adeguare vecchi edifici a nuovi standard di qualità
dell’insegnamento”.
Fondamentale il tema della digitalizzazione
Fondamentale, in ambito di servizi alla popolazione residente, il tema della digitalizzazione.
“L’innervamento digitale della montagna - aggiunge Maffezzini - è un obiettivo: telelavoro, e-commerce e servizi digitali (medicina, istruzione, lavoro); nuove tecnologie e intelligenza artificiale possono infatti essere determinanti per creare nuove e qualificate opportunità lavorative nei paesi montani, migliorando i processi produttivi anche in termini di sostenibilità, attingendo anche al potenziale della delocalizzazione e del lavoro a distanza. Risulta quindi fondamentale dare rapida attuazione a quanto previsto e avviato con il Pnrr, aumentando le risorse economiche per vincere il divario digitale”.
L’elenco delle priorità sulle quali intervenire comprende anche l’ambiente, paesaggio e territorio, che rappresentano il vero valore specifico e peculiare della montagna italiana. Anche in questo caso, però, le criticità sulle quali riflettere ed intervenire sono molte, a partire dalla crisi climatica, un’emergenza che la montagna soffre più di altri territori. Per far fronte a questa crisi e mitigarne l’effetto è fondamentale investire su risorse e interventi specifici.
“Diverse - ancora Maffezzini - le iniziative già in atto nelle aree montane, che puntano sulla valorizzazione dei servizi ecosistemici, la strategia per le Green Communities, la creazione di Comunità energetiche rinnovabili, puntando sull’aumento dell’uso di energie verdi, mobilità sostenibile e valorizzazione
del patrimonio naturale, anche attraverso interventi di riduzione del rischio idrogeologico. A questo proposito è auspicabile l’introduzione di un meccanismo d’intervento per il quale venga investita ogni anno, nei territori montani, una somma per la difesa dei versanti, la manutenzione delle aree
a rischio frane e la prevenzione del dissesto, in concomitanza con la richiesta di ammissione al regime IVA agevolata del 10% per le opere di manutenzione e salvaguardia idrogeologica del territorio montano”.
Servono interventi per sostenere le attività che garantiscono il presidio del territorio
In questa chiave, è fondamentale pensare ad interventi strategici per sostenere le attività che garantiscono il presidio e la manutenzione costante del territorio, ovvero agricoltura e filiera bosco-legno. Uncem ritiene che sia urgente definire un piano per la ricomposizione fondiaria, perché la frammentazione dei terreni - esplosa nelle aree montane da almeno cinquanta anni a questa parte - è talmente elevata da rappresentare un ostacolo ad investimenti e nuove imprese. È necessaria un’azione nazionale a favore dell’agricoltura di montagna, così particolare, qualificata ed identitaria, sull’abbandono delle terre e sulle agevolazioni alla compravendita di terreni. Strumenti come PAC e PSR devono contenere misure adeguate per la gestione del patrimonio forestale, così come la nuova Strategia forestale nazionale deve essere attuata, con pianificazione, gestione attiva, certificazione e filiere produttive adeguate.
La corretta gestione dell’ambiente e del territorio, infatti, rappresenta l’asset principale di una delle attività economiche più importanti per le aree montane: il turismo. Questo settore potrebbe essere sostenuto con un piano finanziato da Cassa Depositi e Prestiti per rinnovare le strutture ricettive. Le risorse economiche disponibili possono essere utilizzate in modo efficace ed efficiente, per potenziare e trasformare, aggiornare e rendere più sostenibili tutto l’anno le località turistiche.
Concessioni idroelettriche, la grande sfida
Infine, il grande tema del rinnovo delle concessioni idroelettriche, attraverso il quale dare nuova linfa ad interventi compensativi sui territori oggetto dei prelievi per garantire maggiori benefici e opportunità ai territori montani dove gli impianti sono insediati. Un rinnovato rapporto coi soggetti gestori che restituisca in termini economici, sociali ed ambientali quanto tolto al territorio e che ponga le basi per creare una perequazione verso quelle aree che devono far fronte ad un costo più alto dei servizi rispetto alla pianura, utilizzando i benefici di una risorsa generata dalla montagna stessa.
“La stagione di un nuovo riformismo è quella che vede i territori e le comunità protagoniste ed al centro di percorsi che uniscono e non frammentano. Occorre generare fiducia negli amministratori locali e nelle loro comunità ed è questo compito anche di Uncem. Con Governo e Parlamento, lavoriamo per riforme che diano spessore a politiche non occasionali, ma durature ed efficaci”, conclude Maffezzini.