L’assessore Romano La Russa

Beni confiscati alla mafia, ecco come diventano immobili al servizio dei cittadini

Mandateci le vostre domande, la Giunta regionale vi risponderà sul nostro portale. In questa puntata scopriamo come vengono recuperate e restituite alla collettività le proprietà della criminalità organizzata

Beni confiscati alla mafia, ecco come diventano immobili al servizio dei cittadini
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Prosegue la rubrica che mette in contatto diretto Regione Lombardia e i nostri lettori: scrivete a laregionerisponde@netweek.it e i vari assessori regionali competenti, di volta in volta, risponderanno sui temi che possono interessare tutti i lettori, dalla sanità ai trasporti, dalla sicurezza alla cultura, dall’economia al sociale.

Beni confiscati alla mafia diventano immobili al servizio dei cittadini

Sento parlare spesso di beni confiscati alla mafia e ho letto che Regione Lombardia si occupa della loro trasformazione e “riassegnazione”. Di cosa si tratta? E che entità ha questa attività nel nostro territorio?
Lucia (Cernusco sul Naviglio-MI)

Risponde Romano La Russa, assessore regionale alla Sicurezza e Protezione civile

Cara Lucia, quello dei beni confiscati alla mafia è un tema che ci sta molto a cuore perché la loro assegnazione e trasformazione contribuisce riaffermare il primato della legalità sulla criminalità organizzata.
Regione Lombardia, attraverso il mio assessorato alla Sicurezza, si occupa di censire questi beni, di formare le amministrazioni locali sul tema, in sinergia con gli altri enti coinvolti, e di finanziare i progetti per il loro recupero e la loro restituzione alla collettività.
Il tema dei beni confiscati alle organizzazioni mafiose non riguarda solo poche Regioni del Sud ma, da tempo, interessa anche i territori del Nord Italia.
La Lombardia, in particolare, assume un rilievo importante visto che per numero di beni immobili sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata è preceduta solo da Sicilia, Campania, Calabria, Lazio e Puglia.
In Lombardia abbiamo oltre 3.100 immobili confiscati alla criminalità organizzata, la metà circa dei quali già destinati agli enti territoriali e al demanio dello Stato, mentre i restanti ancora in gestione di Anbsc (Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata) o dei Tribunali.
Dal 2019 al 2023 sono stati finanziati dalla Regione, attraverso il mio Assessorato, 112 progetti per un importo complessivo di circa 6,72 milioni di euro. Grazie a questi finanziamenti, i beni confiscati alle mafie sono stati trasformati diventando immobili al servizio dei cittadini: alloggi per famiglie e persone in difficoltà, spazi dedicati alla formazione e alla ricerca di impiego, centri socioculturali e molto altro ancora.
Regione Lombardia, inoltre, ha realizzato un Sistema informativo, denominato “Viewer Beni Confiscati”, che consente la mappatura e la condivisione di dati concernenti beni confiscati già destinati o da destinare, il costante monitoraggio dello stato dei beni stessi e del loro utilizzo, nonché la condivisione e promozione delle buone pratiche sviluppate a livello regionale. Inoltre, la Regione ha costituito un Tavolo di lavoro per i Beni confiscati, a cui partecipano anche Anbsc e Anci Lombardia, per il necessario raccordo con il territorio. Da evidenziare, anche l’avvio, tramite Polis in convenzione con Anci Lombardia, di un importante programma di attività formative sul tema dei beni confiscati, rivolte ad amministratori e tecnici degli Enti Locali e al Terzo settore, che ha messo a disposizione dei partecipanti modelli di atti per la gestione del processo amministrativo, nonché linee guida per la co-programmazione e la co-progettazione. All’attività di formazione hanno partecipato, oltre a Regione e Anbsc, i Nuclei di supporto delle Prefetture. Il programma formativo ha, finora, coinvolto 162 Comuni.

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