A Faedo

Le Olimpiadi sono il sogno di ogni atleta: le abbiamo scoperte con i racconti dei campioni

Per la SPort Week ospito Vitalini, Santelli, Confortola, De Silvestri e Boscacci.

Le Olimpiadi sono il sogno di ogni atleta: le abbiamo scoperte con i racconti dei campioni
Pubblicato:

Il volo di Vitalini, l’esperienza di Santelli, il sorriso di Confortola e l’energia di Alba e Michele. Questo e molto di più al secondo convegno sulle Olimpiadi proposto da PoliFaedo nell’ambito di Sportweek 2022. Questi 5 campioni hanno parlato di Olimpiadi e Paralimpiadi affascinando il pubblico con le loro storie, le loro aspettative, le loro esperienze.

Pietro Vitalini

Si è partiti subito con il “botto”, con il discesista Pietro Vitalini, conosciuto quasi più per il suo “volo” a Kitzbuhel che per i suoi successi e podi, che le Olimpiadi le ha vissute veramente a 360°: come atleta a Lillehammer 1994, “dove ho buttato via l’occasione della vita perché ero il favorito numero uno, ma poi in gara non sono riuscito a esprimermi al massimo”, poi l’occasione sfumata di Nagano 1998, “10 giorni prima della partenza ho rotto la caviglia giocando a pallavolo e sono rimasto a casa, ma i miei sci sono passati al francese Jean Luc Cretier che ha vinto l’oro e io l’avevo pronosticato perché quegli sci erano eccezionali”, poi come giornalista per la televisione svizzera a Torino 2006 e Vancouver 2010, “lì mi sono proprio divertito, ho vissuto veramente lo spirito olimpico, perché da atleti si è talmente concentrati sulla gara che è difficile godersele” e infine come fornitore delle nazionali di sci della Repubblica di San Marino, di Lituania, Estonia, Thailandia e la nazionale svizzera di bob, “Eh sì, alle Olimpiadi 2026 ci saranno atleti che vestiranno i capi griffati Vitalini”.

“Ormai sono passati tanti anni, purtroppo non ho conquistato tutti i successi che avrei potuto e voluto, ma comunque fare la vita da atleta professionista con grandi campioni e amici come Ghedina, Fattori, Runggaldier e Perathoner, è stata una grande opportunità – racconta ancora Vitalini – il ricordo più bello è sicuramente la quantità di pubblico nel parterre di Lillehammer, una folla enorme mai vista in nessun’altra gara”.

Pierangelo Santelli

La parola è poi passata a Pierangelo Santelli - presidente del Comitato Italiano Paralimpico della Lombardia – che ha raccontato come è nato e cresciuto lo sport paralimpico, da Roma 1960, passando per Seoul 1988, arrivando a Londra 2012, l’edizione che rappresentò svolta, quando ci fu un vero e proprio exploit a livello televisivo e il numero di pubblico pagante alle Paralimpiadi superò quello delle Olimpiadi.

“Per il 2026 ci sono ancora tanti problemi – ha detto senza mezzi termini Santelli – Per gli atleti paralimpici non ci sono strutture adeguate, né a Cortina né dove si pensa di tenere la cerimonia di apertura. Il movimento paralimpico italiano è molto forte, gli atleti si allenano a livello professionistico, 2 volte al giorno, 7 giorni su 7. A Tokio gli atleti lombardi nel nuoto hanno vinto tante medaglie quante gli USA”.“Il nostro obiettivo, che deve essere quello di tutti, è creare un ambiente idoneo per tutti, dove grazie allo sport si faccia integrazione e gli atleti normodotati gareggino insieme ai diversamente abili. Questo già avviene con successo nelle bocce”. Anche Santelli ha svelato un aneddoto:

“Dovevo partecipare alle Paralimpiadi di Seoul, mi avevano già inviato le borse con tutto il set firmato Armani, ma, come Vitalini, mi sono infortunato a una spalla pochi giorni prima di partire e non solo il mio sogno è svanito, ho pure dovuto restituire tutto il corredo!”.

Elisa Confortola

Elisa Confortola – azzurra di short track - ha giocato un ruolo importante nella candidatura di Milano-Cortina, pronunciando il discorso finale davanti al CIO a Losanna nel 2019.

“Ero emozionatissima, è stata un cosa eccezionale. Io ero la piccola del gruppo e tutti mi erano vicini. Ho fatto un discorso molto personale che penso abbia fatto effetto anche perché era l’ultimo, quindi quello che più resta in mente”.

“Le aspettative per le Olimpiadi in casa sono alte – continua Confortola – ma la vita da atleta è imprevedibile, quindi spero di realizzare il mio sogno e partecipare, magari conquistando un risultato importante”. Elisa ha già avuto l’opportunità di vivere un’Olimpiade, quella giovanile a Losanna nel 2020:”E’ stata una bellissima esperienza – racconta - purtroppo la gara non è andata molto bene, ma l’atmosfera che si respirava, il villaggio olimpico, il pubblico numeroso, è stato veramente qualcosa di super. Poi ho partecipato anche al Festival Olimpico della Gioventù Europea a Sarajevo e lì è arrivata la medaglia d’oro nei 1500 metri, oltre all’onore di fare da portabandiera alla cerimonia di apertura, mentre a Losanna l’ho fatto alla cerimonia di chiusura”.

Alba De Silvestri e Michele Boscacci

Gran finale con i campioni di skialp Alba De Silvestri e Michele Boscacci che hanno visto realizzare il sogno dell’inserimento dello scialpinismo nel programma olimpico.

“La notizia era nell’aria perché da anni si stava lavorando per raggiungere questo obiettivo. Purtroppo poi è arrivata la delusione della decisione del CIO di contingentare il numero dei partecipanti e ridurre a 3 le gare: sprint maschile, sprint femminile e staffetta mista”.

“La prova individuale è quella che più rappresenta il nostro sport – ha spiegato De Silvestro – toglierla dal programma significa perdere la parte più bella e spettacolare”. “Allo stesso tempo – gli fa eco Boscacci – anche la riduzione dei partecipanti è stata una doccia fretta, a rappresentare l’Italia ci saranno solo 2 atleti e complessivamente gareggeranno 18 atleti”.

“Io fra 4 anni ne compirò 36 e per me le possibilità di partecipare si riducono molto – spiega Boscacci – inoltre per tutto il periodo di avvicinamento faremo gare più lunghe e ovviamente i nostri allenamenti saranno finalizzati a Coppa del Mondo, circuito La Grande Course e classiche di skialp”. “Quando arriveremo al 2026 vedremo cosa fare – conclude De Silvestri – sicuramente è importante che lo skialp approdi alle Olimpiadi, una grande opportunità soprattutto per i giovani. Speriamo che questo sia solo l’inizio e che poi il programma e il numero dei partecipanti venga ampliato”.

Gran finale

Siamo ora al gran finale di “Sportweek 2022”: la conclusione dei vari tornei sabato 23 luglio e domenica 24 la gara di corsa in montagna e il convegno di chiusura dal titolo “Un’impronta olimpica”.
Si parlerà di come le aziende locali potranno sfruttare il volano olimpico e di cosa lascerà in Valtellina l’evento a cinque cerchi con Fabio Papa (24ORE Business School), Gionni Gritti (Presidente provinciale di Confartigianato Imprese Sondrio), Viola Vanini (Azienda Agricola La Fiorida) e Simona Pedrazzi (consigliere Regione Lombardia), con quest’ultima che lancerà il progetto “Stanza Olimpica” che ha l’obiettivo di realizzare, coinvolgendo un istituto scolastico della provincia di Sondrio, un mini-museo olimpico in cui raccogliere documenti, articoli e cimeli dell’evento a cinque cerchi.

Seguici sui nostri canali