Il caso

Elezioni provinciali, ancora bufera: Forza Italia e Fratelli d'Italia attaccano

"Più che Presidente dei civici sarebbe corretto dire Presidente di certuni civici o, meglio ancora, Presidente di certuni civici sollecitati"

Elezioni provinciali, ancora bufera: Forza Italia e Fratelli d'Italia attaccano
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Non si ferma la bufera sull'elezione di Davide Menenegola alla presidenza della Provincia. A rinfocolare le polemiche già emerse subito dopo il risultato del voto - e anche prima - sono il commissario provinciale di Forza Italia Claudio Righi e il coordinatore provinciale di Fratelli d'Italia Francesco Romualdi.

Elezioni provinciali, ancora bufera: Forza Italia e Fratelli d'Italia attaccano

Oggi, giovedì 2 febbraio 2023, Righi e Romualdi hanno infatti diffuso una nota congiunta.

"Visti i miseri, inteso come esigui, risultati delle elezioni provinciali, più che Presidente dei civici, come si affanna ad autodefinirsi il sindaco di Talamona, sarebbe corretto dire Presidente di certuni civici o, meglio ancora, Presidente di certuni civici sollecitati - scrivono - I dati dell’affluenza alle urne e, più ancora, del “bulgaro” risultato, dimostrano non solo la disaffezione all’Istituzione con la I maiuscola, peraltro svuotata da una legge che tutti ci auguriamo abbia ancora vita breve, ma anche una scarsa, scarsissima, condivisione della scelta del candidato unico provinciale.

E ancora: "Ci saremmo aspettati, vista la nota e riconosciuta levatura del sindaco di Talamona, che costui, appresi i dati elettorali, avesse quantomeno deciso di prendersi una pausa di riflessione per verificare se, veramente, la sua scelta fosse da ritenersi rappresentativa di Valtellina e Valchiavenna ma, salvo ripensamenti dell’ultim’ora di cui non siamo a conoscenza, pare proprio che il Presidente proclamato domenica non abbia questi dubbi".

"Il ripensamente sarebbe stato un modo coraggioso di fare politica"

La nota prosegue: "Peccato, avremmo valutato un ripensamento come un importante e coraggioso modo di far politica che ultimamente si vede ben poco, questo però non fa altro che confermare la nostra opinione, chiaramente e ripetutamente espressa prima di domenica 29 gennaio, che l’individuazione del candidato alla presidenza, non condivisa nemmeno all’interno della coalizione di centrodestra che pur si afferma chiamarsi alleanza, è stata errata, perché esser Presidente dei pochi tanto per esser Presidente non rispecchia l’elettorato, la gente, il voto popolare".

"Abbiamo letto - concludono Righi e Romualdi - che è intenzione del nuovo Presidente interagire anche con le forze politiche strettamente intese ma, per quanto ci riguarda, ormai è tardi, interagisca con i pochi civici e con i partiti politici che l’hanno sostenuto la cui eterogeneità è una peculiarità da analizzare. La analizzino anche i cittadini, coloro che sono chiamati al dovere solo quando è comodo agli eligendi e che sono poi spesso dimenticati dagli eletti".

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